Cosa leggere durante una pandemia? ReLife!
Alla scoperta di un manga divertente e attuale, una storia di crescita che può insegnare qualcosa a tutti noi.
In questi giorni di quarantena e di riflessione mi è capitato di vedere molti film e anime e di ripescare manga già letti. Cercando sempre nuove storie, mi appariva spesso nelle ricerche il titolo ReLife, ma l’ho spesso sorpassato, non sentendo nessuna curiosità. Poi però ho iniziato, casualmente, a vedere l’anime che mi ha subito catturato per la storia e il character design molto curati.
Come spesso avviene, la serie animata si interrompe sul più bello, circa a metà della narrazione. Sono quindi andata a cercare il fumetto dal quale era stato tratto (disponibile solo online in Italia) e ho ricominciato la storia da capo.
Il manga è classificato come seinen e tratta un argomento, per noi più adulti, piuttosto familiare: il lavoro. In questo caso, l’autrice Yayoi So considera il fenomeno dei NEET (acronimo per Not in Education, Employment or Training – persone che non sono impegnate nello studio, nel lavoro o nella formazione).
Che scelta fareste voi se all’improvviso vi proponessero di “rifare” la vostra vita? Questo è quanto succede al nostro protagonista, Kaizaki Arata, 27 anni, senza lavoro e senza prospettive immediate. Dopo l’ennesimo colloquio fallito e senza il coraggio di mostrare ai suoi amici la realtà della sua vita, una sera Arata viene avvicinato da uno sconosciuto. Questi gli fa una bizzarra proposta: partecipare a un esperimento e avere l’opportunità di rifare la propria vita (RELIFE appunto). L’esperimento consiste nel tornare adolescente per un anno e frequentare la scuola superiore, alla fine di questo anno a seconda dei risultati ottenuti e del percorso fatto, si sarà reintrodotti nel mondo del lavoro con nuove caratteristiche. La memoria di coloro che sono entrati in contatto con il soggetto dell’esperimento sarà cancellata. Tutto ciò avviene attraverso la somministrazione di una pillola che porta il corpo all’età adolescenziale. Attenzione, solo l’aspetto si modifica, la conoscenza e l’età reale rimangono invariati, originando alcune situazioni piuttosto esilaranti.
Nel momento in cui Arata viene catapultato in questa nuova realtà, cominciamo a conoscere una serie di personaggi bizzarri, ma soprattutto ci troviamo immersi in un’atmosfera dolce-amara. Ci sono tante storie che si intrecciano, ma ogni personaggio porta in sé un trauma, che sia suo direttamente o legato a qualcuno a lui caro. Quindi, in realtà, non è solo la storia di Arata, ma del gruppo che si crea e dei cambiamenti che avvengono dentro e intorno a loro.
Ci innamoriamo con loro, e riscopriamo il nostro lato più infantile, ci troviamo a prendere le parti dell’uno o dell’altro, a fare delle scelte; ripercorriamo tutta la gamma di emozioni insieme ai personaggi, ma in fin dei conti è questo il significato dell’esperimento: ritrovare la propria spontaneità, l’entusiasmo fanciullesco, l’impulsività che si sono persi nell’età adulta e che il mondo del lavoro ha sommerso.
Lo stile del disegno dell’autrice è a tratti più curato, a tratti meno, ma in ogni caso dalle tavole emerge perfettamente ogni personaggio, con tutte le sue sfumature. Inoltre, tutto il manga è composto da tavole a colori, nulla è lasciato al caso. In particolare c’è una grandissima differenza tra il mondo adulto e quello adolescenziale a partire dai colori. Quando conosciamo Arata, è notte e l’atmosfera è cupa, poco illuminata e lui stesso indossa un classico completo da lavoro scuro. Persino il suo pigiama è scuro. Quando invece ci troviamo nella nuova vita, tutto è pieno di colori a partire dalle divise della scuola, soprattutto quelle femminili. I ragazzi indossano un cardigan grigio chiaro, con una fascia nera sul braccio sinistro, pantaloni e cravatta scura, camicia bianca con colletto azzurro. Le ragazze, invece, indossano una classica marinaretta con gli stessi colori della camicia dei ragazzi e un cardigan beige.
Quando sono in gruppo, persino i balloon sono associati per colore ai diversi personaggi. La maggior parte delle scene è con ambientazione diurna e il cielo è quasi sempre sereno, ma spesso anche il tempo meteorologico è associato al mood della scena.
Personalmente, non sono riuscita a staccarmi dalla storia, che conta 15 volumi, e l’ho letta tutta d’un fiato. Si parla di maturazione, c’è anche un po’ di fantascienza, ma qui non si tratta di viaggi nel tempo. Possiamo descriverlo come un percorso di crescita: tornare adolescenti per essere reinseriti nella società come adulti migliori e più consapevoli.
Io non mi farei scappare una storia così e voi? Alla prossima.