Corto Maltese: La regina di Babilonia – Seconda prova riuscita di Quenehen e Vivès
La regina di Babilonia è la nuova avventura di Corto Maltese di Martin Quenehen e Bastien Vivès, conferma dell’ottimo lavoro svolto nel nuovo corso del personaggio di Hugo Pratt.
Corto Maltese è tornato, lo aveva già fatto nel 2021 con il volume Oceano nero, sempre edito da Cong e sempre scritto da Martin Quenehen e disegnato da Basten Vivès, e volenti o nolenti dobbiamo prenderne atto. Riprendere in mano un’opera tanto monumentale e mitologica è impresa ardua, e di sicuro è impresa commerciale, il nome Corto Maltese tira, non possiamo negarlo. Lasciando però da parte l’aspetto squisitamente commerciale dell’operazione, non si può ridurla a questo, ve lo anticipo, questo La regina di Babiliona conferma la direzione intrapresa due anni fa e dimostra di essere un buon fumetto.
La storia è intricata, complessa e rocambolesca, come da tradizione. Un omicidio a Venezia, una donna affascinante, zingari, ex soldati dell’esercito bosniaco, americani, tesori nascosti. Il nostro Corto che si districa in tutto ciò con la sua aria beffarda e il suo istinto di ribellione e perché no, di auto-conservazione. I riferimenti alla storia contemporanea, dei primi anni duemila, come nello scorso volume sono molti e raffinati. Quenehen riesce a mescolare sapientemente piani temporali e geografie umane, archeologia, politica e guerra, in modo credibile e avvincente. Non ci si annoia di certo durante la lettura, ma non ci si trova nemmeno di fronte a uno spin-off di Indiana Jones: ogni sguardo di Corto, ogni personaggio con cui interagisce, hanno un senso e un peso specifico, all’interno della storia e dei contesti globali in cui è ambientata e una densità propria. Si tratta di intrattenimento, ma di quello ben fatto, intelligente, muscolare, ma mai sempliciotto.
Certo, il Corto del 2023 è un personaggio più gigione, più consapevole del proprio fascino, un po’ James Bond un po’ Ethan Hunt, sempre circondato da donne bellissime che custodiscono segreti e che lo cacciano inevitabilmente in mezzo ai guai. Corto è un uomo libero e innamorato delle donne e di alcune in particolare. Donne belle, indipendenti, sofferenti, complicate, caparbie, a cui lui promette il suo amore e la sua devozione, finché morte non li separi, senza però cadere nel tranello borghese del matrimonio. Semira, la Corto girl di questo episodio, è particolarmente ben scritta, bisogna dirlo.
Corto non è suolo un uomo innamorato, in fin dei conti è un pirata e in quanto tale in lui è viva la fiamma dello scopritore di tesori. Non li cerca attivamente, ma, volente o nolente, rimane invischiato in storie più grandi di lui in cui alla fine spunta un tesoro. E lui, alla fine, al tesoro ci arriva, ma lo fa quasi sempre per caso, perché costretto dagli eventi e da loschi e avidi personaggi che, al contrario di lui, hanno come unico obiettivo l’arricchimento personale e il malaffare.
Delle vecchie storie di Corto scritte da Pratt si perde forse quel misticismo di cui erano pervase, quella sospensione estatica e sognante dai i tempi lunghi, a favore dell’azione più spinta e più cinematografica. Corto corre, schiva pallottole, assalta navi, si nasconde in sarcofagi, viene rapito, si getta in mare (non in questo ordine), insomma non sta fermo, si muove, agisce. Anche se spesso lo fa a causa di altri, fosse per lui se ne starebbe tranquillamente abbracciato alla sua lei, sul ponte di una nave a rimirare il mare, Adriatico in questo caso.
L’impareggiabile classe di Vivès si nota anche in questo volume, come nel precedente: il suo Corto è sexy, tenebroso, non disdegna di togliersi la maglietta per mostrare un fisico notevole e si accoppia con donne sinuose ed eleganti. Si muove nello spazio con sicurezza, organicamente, aiutato da belle inquadrature di una regia che sa benissimo che bisogna rimanere incollati su di lui, la star del racconto.
Il celebre acquerello di Pratt è scomparso in favore di una bicromia forte ma riuscita che crea atmosfera in maniera decisa e muscolare e disegna luci e ombre in modo efficace. Per i nostalgici del disegno prattiano consiglio, se in zona, la bella mostra a Recanati Da Ulisse a Corto Maltese fino a gennaio 2024 al Museo Villa Colleredo Mels, dove sono esposte 60 tavole originali in cui apprezzare il tratto inconfondibile del maestro.
Questo secondo volume del nuovo corso di Corto Maltese in definitiva convince tanto quanto il primo, forse di più, forse perché lo choc di rivedere Corto in mezzo a noi è minore rispetto al 2021. Una buona storia, buoni personaggi secondari, tanta azione e il fascino intramontabile di uno dei personaggi più amati della storia del fumetto.
Martin Quenehen, Bastien Vivès
Corto Maltese: La regina di Babilonia
Cong, 2021
184 pagg., brossura con bandelle, €21.00
ISBN: 978-2-940552-53-5