Conversazione sul fumetto: Will Eisner e Frank Miller a confronto
Qual è il sogno più spericolato di ogni amante dei fumetti? Assistere alla conversazione di due grandi autori. Kappa Edizioni realizza questa utopia, con la Conversazione sul fumetto tra Will Eisner e Frank Miller!
Immaginate se Jimi Hendrix ed Eric Clapton si fossero incontrati in uno studio di registrazione per conversare amabilmente sulla loro musica. Due “big” a confronto, uno dinanzi all’altro, pronti a scambiarsi considerazioni, riflessioni su esperienze passate o, più in generale, sulla musica. Sarebbe stato bello, vero? Beh, per noi fan del fumetto questo sogno si è realizzato nel momento in cui Charles Brownstein ha deciso di trascrivere ore e ore di registrazione di una conversazione intercorsa tra Will Eisner e Frank Miller che la Kappa Edizioni ha pubblicato.
Due guru della graphic novel: uno padre indiscusso del genere, l’altro autore di opere talmente influenti da essere approdate al cinema (guarda caso Frank Miller è anche regista). Gli stili dei due maestri sono indiscutibilmente diversi, sotto il profilo grafico e sotto la scelta dei soggetti, argomenti sui quali entrambi gli autori non disdegnano di lanciarsi frecciatine e pungolarsi amichevolmente. Non mancano evidenti punti di contatto, ma il vissuto dei due artisti, così come la loro arte, differisce sotto plurimi aspetti a tal punto che il lettore non attende altro che le deduzioni avverse di un autore rispetto a quanto asserito dal collega.
Ma procediamo con ordine.
Quel che emerge, dapprima, dallo scambio di battute tra i due è che entrambi sono gelosi e legatissimi ai propri soggetti e tendono a rimarcare con consapevolezza la propria appartenenza. Will Eisner non manca di rammentare come egli prediliga la “gente comune”, ammonendo (scherzosamente, ci mancherebbe altro) Miller di tracciare storie in cui non si attende altro che l’ennesima rissa di Marv (Sin City, nda). Forse la conversazione, inconsapevolmente, troppo spesso si sposta sul “tecnico”, ma dopotutto è perfettamente normale se a confrontarsi sono due professionisti che devono parlare (tra loro, poi) del proprio lavoro.
Il testo, per permettere anche ai neofiti di approcciare agevolmente la materia, è corredato da una serie di complete note didascaliche volte a permettere al lettore di conoscere il significato dei termini e delle espressioni più sofisticate, con un’esaustiva descrizione degli strumenti e delle tecniche di disegno alle quali i due “big” fanno sovente riferimento. Capita anche spesso che vengano citati autori che hanno fatto la storia del fumetto o che abbiano contribuito in modo significativo allo sviluppo di un genere (come l’underground) e anche in tal caso i curatori del volume dispensano a piè di pagina complete note biografiche che consentono di conoscere il contributo artistico dell’autore cui si fa riferimento. Come se non bastasse i curatori del volume arricchiscono l’opera con una serie di immagini tratte dai lavori dei due artisti.
Rimane un’affermazione, rilasciata da Will Eisner e trascritta nella prima parte del volume, da commentare perché particolarmente meritevole di attenzione: Eisner rivela, con ferma consapevolezza, che le sue opere sono «da teatro», mentre quelle di Miller«da cinema». Potremmo spendere delle ore a commentare il significato di quest’osservazione, quanto sia intrinsecamente vera e corretta. Se comparassimo New York (di Eisner) a 300 (di Miller) ci renderemmo conto di cosa si intenda.
Ogni recensione normalmente si conclude con un giudizio che in questo caso ci conduce ad ammettere che…
Questa è una lettura obbligata per ogni appassionato di fumetti!