Benvenuto Cellini: autobiografia a fumetti

Benvenuto Cellini: scultore, orafo, argentiere, letterato, uomo di indole sanguigna ai limiti del violento (e spesso oltre).

Raccontarne la vita è una fantastica avventura, visto come lo descrivono le cronache dell’epoca.

E a Filippo Rossi la cosa migliore è parsa trasporre a fumetti una parte della sua autobiografia, che Cellini scrive in quattro anni, dal 1558 al 1562, portandola a termine nove anni prima della sua morte, avvenuta nel 1571. Forse la sua è più una apologia, quasi una agiografia. Di certo è un’opera che lo colloca anche nella storia della nostra letteratura.

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Questa mia Vita travagliata io scrivo
per ringraziar lo Dio della natura
che mi diè l’alma e poi ne ha ‘uto cura,
alte diverse ‘mprese ho fatte e vivo.
Quel mio crudel Destin, d’offes’ha privo
vita, or, gloria e virtú piú che misura,
grazia, valor, beltà, cotal figura
che molti io passo, e chi mi passa arrivo.
Sol mi duol grandemente or ch’io cognosco
quel caro tempo in vanità perduto:
nostri fragil pensier sen porta ‘l vento.
Poi che ‘l pentir non val, starò contento
salendo qual’io scesi il Benvenuto
nel fior di questo degno terren tosco.

Scrive il sanguigno artista toscano nel proemio.

E dal fumetto esce un ritratto in chiaroscuro, che ci consegna un uomo geniale, perfettamente immerso in un’epoca di grandi cambiamenti.

Quelle caratteristiche di genio e sregolatezza che nei secoli a cavallo tra medioevo ed età moderna hanno caratterizzato tantissimi personaggi (alcuni dei quali troviamo ritratti in questa collana Prodigi fra le nuvole di KleinerFlug).

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Il legame con le forze oscure, un omicidio commesso per futili motivi, la fuga, il carcere. Ma anche la maestria nell’arte orafa, la forza d’animo, la coerenza e l’onestà intellettuale sono gli aspetti che vengono messi in evidenza.

Filippo Rossi infatti riesce a tratteggiare la figura di Cellini con poche e significative pennellate. Senza la necessità di didascalie o di un racconto dettagliato di tutti gli aspetti della sua vita, che comunque attraversano l’opera, quanto meno negli sfondi grafici.

Così ci racconta di come ha ucciso un collega orafo perché lo ha deriso pubblicamente. Poi si sente dire «la mia parola è sacra» perché non cerca di fuggire da Castel Sant’Angelo per un patto con il castellano che lo lascia lavorare anche nello stato di prigionia.

cellini4Un uomo d’onore e di una forza enorme, che fugge dalla prigione romana ferito e sanguinante. Un uomo consapevole del suo genio e per questo alla ricerca della perfezione.

Un uomo che cerca la sua Angelica con vigoria e per tutta l’opera, ma non esita a lasciarla quando capisce che lei non vuole solo l’amore ma anche le sue ricchezze.

Tutti gli uomini di ogni sorte, che hanno fatto qualche cosa che sia virtuosa, doverieno, essendo veritieri e da bene, di lor propria mano descrivere la loro vita.

Questo lo spinge a scriverci, a raccontare la sua vita.

Noi ci accontentiamo di assaggiarne alcuni pezzetti, talvolta minuscoli, per quanto sostanziosi, con i bei disegni di Vincenzo Bizzarri, che non ci nasconde i dettagli più umani. Dai disegni traspira l’odore del sangue (e anche di qualche altro umore), il tanfo delle prigioni. Ma anche la sensualità di Angelica e la raffinatezza dell’arte orafa di Benvenuto.

La cosa che si perde un po’ è l’autobiografia. Nel fumetto non sono riuscito a percepire, a meno di saperlo prima, che è la storia di Cellini come la racconta lui stesso. Proprio recentemente ci è capitato di parlare di fumetti autobiografici in cui l’aspetto della centralità dell’io narrante è fortemente sottolineato.

Qui il punto di vista è spostato all’esterno, pur seguendo da vicino gli eventi della vita di Cellini.

Anche le inquadrature, per quanto strette, mai sono in soggettiva.

Il tratto è adattissimo al tipo di racconto, descrittivo ma non iperrealistico. L’aspetto dei personaggi è leggermente caricaturale, in alcuni passaggi mi ha fatto pensare a Guy Davis, notissimo agli appassionati di HellBoy. I colori sembrano un po’ appannati, impolverati, come se la luce fosse sempre quella delle candele. Ma è un aspetto che non disturba, anzi.

Il taglio delle vignette è molto regolare ma altrettanto dinamico. Ogni pagina si può dividere in senso orizzontale in quattro strisce di pari altezza. A  parte rarissime eccezioni, in cui la diversa altezza crea un effetto dissolvenza. Talvolta due o tre di queste strisce vengono unite a formare vignette più ampie.

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I tagli verticali sono invece meno regolari. E in questo modo riescono a dare splendidamente il ritmo. Spesso le vignette occupano una intera riga, consentendo di osservare le cose in modo insolito.

Due sole pagine hanno una gabbia iper regolare, e sono una specie di piano sequenza che serve a capire la grande maestria orafa di Cellini.

Per tutta l’opera le inquadrature e la gabbia aiutano la storia, ne danno sapientemente il ritmo (che diventa silenziosamente lento nelle poche splash page).

In definitiva, un bel fumetto, che parla di una figura, non così conosciuta, del periodo tardo-rinascimentale con realismo, riprendendone proprio l’autobiografia. Ma anche una bella storia, intrigante e coinvolgente, che si legge tutta d’un fiato e mescola generi diversi.

Per chi volesse approfondire e magari leggere l’opera completa di Cellini, qui può trovare l’edizione di Einaudi.

 

Collana: Prodigi fra le nuvole
80 pag., brossurato, colori
Formato 21×28,5 cm
prezzo: 14,00 €

Andrea Cittadini Bellini

Scienziato mancato, appassionato divoratore di fumetti, collezionista di fatto, provo a capirci qualcosa di matematica, di scienza e della Nona Arte...

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