Apocalisse: il nuovo testamento di Castelli e Roi
L’ultimo libro della Bibbia cattolica, riscritto (con qualche intermezzo) dal papà del BVZM, e illustrato dal più visionario dei disegnatori di DYD.
Alfredo Giuseppe Castelli è scrittore di grande cultura e fantasia.
Saggista, storico del fumetto, papà del Buon Vecchio Zio Martin, in cui, per sua stessa ammissione, ha riversato i suoi tic e le sue fobie, ma anche uomo di cultura enciclopedica.
Come confermano, se fosse necessario, le parti redazionali di Apocalisse, il suo nuovo lavoro: introduzione e approfondimento finale del volume sono ricchissime di informazioni storiche, artistiche, cinematografiche.
Stavolta Castelli si è esercitato in una operazione da far tremare i polsi: ridurre a fumetti l’ultimo libro della Bibbia. Il disvelamento del messia.
L’ἀποκάλυψις, appunto.
Rivelazione di Gesù Cristo che Dio gli diede per render noto ai suoi servi le cose che devono presto accadere, e che egli manifestò inviando il suo angelo al suo servo Giovanni. (Ap 1,1)
E l’introduzione all’opera, dello stesso Castelli, è fondamentale. Innanzitutto per capire storicamente il libro. E nonostante si affretti a «specificare che questa non è l’Apocalisse, ma una riduzione dell’Apocalisse», in realtà è molto di più.
Nella Guida alla lettura, sebbene si parli di una «semplificazione talvolta drastica», c’è una efficace sintesi dei simboli, dei personaggi e della struttura letteraria.
Si arriva così a una vera e propria esegesi in forma grafica, ricca anche di spiegazioni tecniche, continuando una tradizione più che millenaria, come scrive lo stesso Castelli: «Manoscritti con il testo di Giovanni corredato da immagini venivano regolarmente realizzati in tutta Europa fin dal X secolo».
Un libro che anche gli editori cattolici a fumetti hanno faticato a rappresentare, per la sua natura mistica ed estatica. Che non è una storia, e non ha dei personaggi, ma è una successione di visioni. Le stesse dell’apostolo che il Maestro amava, riportate nella traduzione della Bibbia riconosciuta dalla CEI nel 2008.
A tutto ciò Castelli aggiunge le storie del suo presunto autore, sull’isola di Patmos e a Efeso alla fine del I secolo, e quelle dei grandi studiosi dell’apocalisse nella storia. A partire da Isaac Newton e il suo Trattato sull’Apocalisse, che fu un tentativo di razionalizzare il misticismo.
Fino all’esoterismo di Aleister Crowley.
E alla letteratura apocalittica di Jorge Luis Borges.
Tutti gli altri contenuti sono presi dal testo biblico, con una aggiunta finale originale: una pagina che Giovanni aveva distrutto, contenente una interpretazione del numero della bestia, del 666, di cui Borges dice:
Sono tutte interpretazioni prive di senso, con un po’ di pazienza e fantasia si può fare in modo che il nome di chiunque sommi 666.
Si lascia trasparire che forse non era così. E che il simbolo, formato dai tre digamma può avere una interpretazione (anche) moderna.
Ma tutto questo è sparito. Rimane una eco, una suggestione.
E tra i disegnatori della scuderia Bonelli, il più onirico ed evocativo è certamente Corrado Roi. Che dopo Ut, si imbarca in un altro progetto di grande fantasia, e nella sua grafica inconfondibile nasconde i numerosi simboli a cavallo tra la mitologia ebraica e quella cristiana.
L’opera è particolarmente esoterica, perché lo è il tratto di Roi, che sembra sempre rimandare a qualcos’altro.
Roi si libera sempre più della gabbia bonelliana. Libera anche i suoi chiaroscuri, che sottolineano l’indistinto.
È il lettore a definire con la sua lettura le immagini evocate dal testo.
A definire i volti, i volumi, i dettagli delle immagini, anche se compaiono dei simboli più che riconoscibili, come le lettere greche che concretizzano le visioni di Giovanni. Perché le parole non sono solo variazioni di pressione dell’aria, ma definiscono la realtà.
90 tavole, caratterizzate dal tratto sfumato, da una libertà grafica oserei dire totale.
Da un utilizzo del passaggio dal bianco al nero e viceversa estremamente efficace, tranne in qualche passaggio che non mi ha convinto del tutto, ovvero proprio quando la sfumatura viene meno, perché sembra andare in contrasto con lo stile di Roi.
Una minuzia. Le stelle disegnate in modo ostentatamente definito. Stranamente. E tutte le volte che compaiono.
Proprio le stelle, che è assai più facile immaginare come sfumate, diffuse. E invece hanno una forma quasi infantile, si allontanano dal senso mistico di tutto il resto.
Addirittura cadono sulla Terra come oggetti ben definiti, senza quasi provocare danno.
Ma si tratta veramente di una piccola cosa, in un’opera che, anche con uno sguardo non del tutto laico, ha il merito di affrontare una parte della Bibbia certamente difficile, dandone anche una visione lungo tutta la storia della cultura occidentale, sia nel fumetto che nei testi che lo corredano.
Alfredo Castelli, Corrado Roi
Apocalisse
Sergio Bonelli Editore
cm 22×29.7, b&n, pagg. 112, € 20