Aghi, fili e forbici: la Shoah spiegata ai bambini

Un libro illustrato, destinato a tutti, ai più piccoli, ma anche ai più grandi, che aiuta a riflettere su tutte le segregazioni.

copertina nuova

La Shoah.

Se ne parla tanto, a volte a vanvera.

Ed esistono tanti fumetti che ne parlano.

Molto meno a vanvera.

A partire da Maus in poi.

E forse dall’opera di Spiegelman è un po’ più difficile parlare di Shoah a fumetti.

Chiara Abastanotti, docente alla Scuola Internazionale di Comics, ha raccolto la sfida nel 2016, illustrando il racconto liberamente tratto da L’amore di Ago e Spilla di Paolo Valentini.

Con un target preciso, e forse meno impegnativo, e con un libro che non è esattamente un fumetto.

La storia è una metafora semplice: una sartoria in cui la vita trascorre tranquilla, sotto il sereno controllo della sarta Nuvoletta Gentile, viene improvvisamente e per legge posta sotto il controllo del Generale con i Baffi.

E verrà gestita in modo del tutto irrispettoso dei suoi abitanti, in particolare gli aghi e le spille. Resi invisi a tutti gli altri abitanti (fili, ditali, cartamodelli, scampoli e perline) e accusati di pungere vengono segregati prima, eliminati poi.

Tutto ciò fino a che gli abitanti stessi della sartoria si ribelleranno. Le cose apparentemente torneranno come prima, la canzone degli Aghi canterini sarà la stessa, ma in realtà tutto sarà diverso.

Perché da una parte si saranno create delle divisioni fra amici e conoscenti, che non sarà possibile rinsaldare. Dall’altra aghi e spille, eliminati, dovranno elaborare in qualche modo il lutto.

Sono tanti i sottintesi in questa metafora. Infatti non tutti gli aspetti della Shoah trovano posto. Ma è anche giusto così.

Ai bambini viene raccontata la segregazione giustificata dalla necessità di trovare un nemico, e la violenza che ha giustificazione apparente (servono più forbici, quindi non sembra sbagliato fondere gli aghi per costruirle).

Non spiegato con un fumetto, ma in una storia illustrata.

Lo stile delle illustrazioni si rifà ai tempi storici che hanno portato alla Shoah, ai fumetti italiani della prima metà del 1900. E anche l’ambientazione si può riferire a quei tempi.

Gli oggetti sono antropomorfi e dotati di una propria volontà. Eppure sono fatti di materiale non vivente. Anche questo è forse un riferimento metaforico: chi viene segregato non è considerato umano. Non ha la dignità dell’umanità. Sono oggetti che si possono utilizzare a piacere perché a noi non servono più.

La bicromia (nero e rosso) progressivamente diventa monocromia mano a mano che la situazione nella sartoria peggiora. Il rosso, che nei disegni  diventa sempre meno, alla fine sparisce. Anche il bianco viene sostituito dal grigio. Tutta la parte grafica diventa più cupa. Fino quasi a passare dalle matite al carboncino, che richiama anche il fuoco attraverso cui passano gli aghi. Come attraverso il fuoco sono passate le vittime della Shoah.

Il rosso tornerà nel colore del filo utilizzato per chiedere aiuto a Nuvoletta Gentile e poi quando il Generale coi Baffi sarà arrestato.

stufaNel mezzo ci sono aghi e spille che perdono a loro volta ogni colore, astucci grigi dentro cassetti ancora più grigi.

All’esterno, in questo grigiume, la parata delle forbici ricorda da vicino altri disegni (animati) che pure facevano riferimento al Fascismo.

I martelli del video di The Wall dei Pink Floyd, guarda caso anche quelli neri e rossi e in parata sotto un cielo plumbeo.

Forse il personaggio meno “chiaro” è proprio la sarta, Nuvoletta Gentile. È lei che porta un po’ di colore prima e dopo. È lei che veste di rosso, e con il filo rosso viene chiamata.

Il racconto è semplice e accessibile a tutti. I bambini possono anche leggerlo da soli, ma è indispensabile un adulto che lo contestualizzi e spieghi a cosa sono riferiti personaggi e azioni.

Perché essendo destinato ai bambini non si può parlare fuor di metafora.

Babbo, che ne dici del libro che hai letto?

Mah, quando hanno messo gli aghi nel cassetto è stato come quando hanno detto che gli ebrei non potevano più andare a scuola, all’università. E quando li hanno fusi nella stufa, come i campi di concentramento…

Becco Giallo pubblica una nuova edizione della storia, con una nuova copertina e con licenza Creative Commons.

La Shoah spiegata ai bambini
Paolo Valentini, Chiara Abastanotti
16 x 22 cm., bicromia,  Cartonato
48 pagg., Becco Giallo 2020, 13€

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