40 anni di carriera di Cristina D’Avena – Intervista a Cristina D’Avena

DF celebra Cristina D’Avena e i suoi 40 anni di carriera come cantante di sigle con una giornata tutta dedicata a lei! Secondo articolo: la trascrizione di una nostra intervista a Cri da lei concessaci nel 2010.

Il 12 aprile 1982 sulla rete televisiva Canale 5 andava in onda la prima puntata della serie animata nippo-tedesca Pinocchio. La sigla Bambino Pinocchio, scritta dal paroliere Luciano Beretta e dal musicista Augusto Martelli, era cantata da una ragazza diciassettenne bolognese che veniva dal Piccolo Coro dell’Antoniano e aveva anche partecipato due volte allo Zecchino d’Oro: Cristina D’Avena. Quell’anno segnò l’inizio di una carriera come cantante di sigle TV senza precedenti e senza confronti non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Oggi 12 aprile 2022, Dimensione Fumetto celebra i 40 anni di carriera di Cristina D’Avena, una delle massime icone nella storia della cultura pop italiana.

In questo secondo articolo: la trascrizione di un’intervista rilasciata da Cristina D’Avena ai microfoni di Radio Incredibile e raccolta dai redattori di DF Sabrina Caponi, Mario Pasqualini e Maurizio Vannicola il giorno 2 agosto 2010, subito dopo un concerto pubblico della cantante in Piazza Carlo Giorgini a San Benedetto del Tronto.

A distanza di 12 anni da quella serata, DF ringrazia nuovamente la cantante per la grande disponibilità dimostrata nel concederci il suo tempo.

N.B.: i passaggi inseriti fra parentesi quadre non sono trascrizioni letterali dall’intervista, ma rielaborazioni dell’originale per trasporre la lingua parlata nella lingua scritta. Naturalmente è stato sempre mantenuto il senso originale del discorso. L’audio originale dell’intervista è disponibile sul sito di Radio Incredibile.


Cristina D’Avena canta Sailor Moon e il cristallo del cuore in concerto il 2 agosto 2010 a San Benedetto del Tronto.

 

Siamo qui dopo il concerto di Cristina D’Avena e l’abbiamo come nostra ospite per un’intervista!

Ciao a tutti. Eccomi qua, tutta per voi!

[Applauso]

[Ride]

Ti piacciono i cartoni animati? Qual è il tuo preferito?

Sì, mi piacciono molto i cartoni animati e non solo perché ne canto le sigle, mi sono sempre piaciuti. [In particolare] amo molto quelli molto romantici, con belle storie: cartoni animati che oggi non ci sono più. Ho guardato Candy Candy, ho guardato Georgie, e ho guardato Kiss Me Licia, e quando mi proposero poi di continuare la storia e di interpretarne la protagonista in carne e ossa, di mettere in TV Licia in carne e ossa, io impazzii dalla gioia! Io quel cartone lo amavo proprio, non solo perché ne cantavo la sigla, mi piaceva davvero tantissimo. In generale prediligo le belle storie.

Quindi non sei solo una cantante, sei anche una spettatrice.

Certo. Quello che ho detto questa sera, sul palco, è vero: i cartoni animati ti aiutano veramente a sognare. Non lo dico come una frase fatta: quando raggiungi una certa età ti sembra di non riuscire più a tornare bambino perché ci sono tante situazioni e problemi della vita che va avanti, poi però ascolti una canzone dei cartoni animati e immediatamente hai dei “flash di vita”, immediatamente torni indietro e rivivi i ricordi. Forse c’è proprio una voglia nel nostro cuore di riprendere tante cose del passato che fanno parte di noi, della nostra vita, della nostra infanzia, dell’adolescenza e che scandiscono il nostro tempo.

È proprio vero: molti ricordano tanti fatti della propria gioventù in rapporto ai cartoni animati che vedevano al tempo.

Eh sì, succedeva negli anni ’80, negli anni ’90, negli anni 2000, e succede anche con le canzoni di oggi. Nel concerto di oggi i bambini cantavano Angel’s Friends: loro conoscono quella. Poi magari ne conoscono anche di più vecchie, che fanno parte di altre epoche.

Fotografia di Cristina D'Avena e Pasquale Finicelli del telefilm "Love Me Licia" di Alessandra Valeri Manera.
Le quattro stagioni del telefilm spin-off tutto italiano di Kiss Me Licia, ideato da Alessandra Valeri Manera e interpretate da Cristina D’Avena (Licia) e Pasquale Finicelli (Mirko), sono state un caso emblematico per la cultura proto-otaku sviluppatasi in quegli anni e forse l’esempio più vicino al fenomeno giapponese degli idol che ci sia mai stato in Italia. La raccolta integrale di tutte le canzoni del telefilm, sia quelle dei Bee Hive e altre band sia le insert song, è stata pubblicata in digitale col titolo Licia e i Bee Hive Story.

Negli anni ’80-’90, quando noi eravamo bambini, guardare i cartoni animati del pomeriggio era un vero rito e ascoltavamo sempre le sigle trasmesse prima delle serie. Negli ultimi anni però sono cambiati i metodi di trasmissione, a volte gli episodi sono trasmessi divisi in segmenti molto brevi e introdotti solo da cortissimi spezzoni di sigle: pensi che questo possa impedire alle nuove sigle di venire mitizzate com’è successo con le vecchie?

[Se le sigle vecchie sono state mitizzate di più] è perché sono state trasmesse di più e ascoltate di più. Attualmente le canzoni vengono trasmesse a tagli-sigla molto ridotti: purtroppo è cambiato un po’ questo mondo. Io non sono molto d’accordo, [i cartoni animati andrebbero trasmessi in maniera migliore perché] ognuno ti dà una lezione di vita, una morale, dei messaggi, quindi secondo me alla fine guardare un cartone animato non fa male. Ecco perché sono contenta che la mia casa discografica e la rete mi abbiano chiamato proprio pochi giorni fa per dirmi che ritrasmetteranno le cinque serie di Sailor Moon in TV, e per i bimbi di oggi è molto importante. Anche La5 ritrasmetterà alle 20:25 Kiss Me Licia e Una spada per Lady Oscar, in access prime time: io ne sono contentissima, ci speravo tanto che i bambini potessero vedere i cartoni animati a quell’ora [in cui già venivano trasmessi anni fa].

A volte i bambini di oggi vedendo i cartoni animati recenti in TV pensano che tante caratteristiche siano nuove e originali, mentre invece spesso derivano da serie più vecchie e seminali, “mitiche”, che però loro non possono conoscere perché non le hanno viste.

Infatti io sono contenta del ritorno in TV di questi cartoni “mitici”, che spesso anche tornano come influenza nello stile e nel disegno delle nuove serie. Alla fine sì, abbiamo tutti i vari Dragon Ball o i vari Detective Conan, ma ragazzi: i nostri Memole dolce Memole, i nostri L’incantevole Creamy… i nostri cartoni animati oggi non ci sono più. Secondo me [gli autori dei cartoni animati] dovrebbero rimettersi a scrivere delle sceneggiature più romantiche, più dolci e basate sulla storia: oggi ci sono quasi soltanto cartoni animati episodici o micro-episodici. Guarda Pokémon: io ne canto le sigle, eh, ma non ci ho capito niente, non li conosco.

In questo periodo va molto questo tipo di serie con struttura episodica.

Sì, ma funziona perché i bambini ne conoscono le figurine e tutto il resto, però secondo te fra dieci anni avranno la stessa forza [emotiva] che ancora oggi ha Mila e Shiro due cuori nella pallavolo?

Decisamente no, perché serie come Pokémon servono come veicolo promozionale per i videogiochi e per la vendita del merchandise.

È diverso, il gioco è un’altra cosa: lì tu diventi protagonista e puoi agire, invece nel cartone animato tu sei uno spettatore e non puoi interagire, per cui ti diverti meno.

In Giappone è comune che i/le cantanti di sigle abbiano uno spazio commerciale e artistico anche al di fuori del settore dei cartoni animati, in particolare nel caso degli/delle idol: come mai tu invece sei sempre rimasta nel mondo delle sigle?

È stata una mia scelta. Se avessi voluto avrei potuto e potrei ancora oggi tranquillamente cantare altro, ma non mi hanno mai offerto delle canzoni che mi piacessero veramente: se fosse successo ci avrei anche provato… però non è detto eh, magari domattina arriva un musicista che mi dice “Cri, ho scritto per te una canzone fantastica!” e io la interpreto¹. Anche fosse, però, comunque non voglio abbandonare questa carriera delle sigle perché è un percorso, un sentiero, una strada che è mia, come Pollicino che ha percorso la sua strada. Io ho la mia strada e ci vado io e tutti i fan che mi seguono da sempre. Poi magari posso anche incidere un’altro brano, mi posso divertire, magari registrare un disco diverso, perché no?, un disco pop, però sarebbe comunque messo vicino ai miei dischi di sigle come fosse un regalo che io faccio ai miei fan o a me stessa.

Come hai fatto con il tuo album Magia di Natale!

Esatto, e quest’anno lo riprendiamo in mano².

Collage di copertine di singoli di Cristina D'Avena.
Alcune delle collaborazioni musicali di Cristina D’Avena al di fuori delle sigle TV: il singolo L’estate migliore che c’è, il featuring Senza farlo apposta in cui figura accanto a Federica Carta e Shade, e il brano promozionale La canzone di Carletto. In particolare, il primo brano è stato usato come tema ufficiale del Padova Pride Village 2017: l’artista è sempre stata vicina al pubblico queer e si è dichiarata felice di essere considerata un’icona gay.

Sai che sull’enciclopedia on-line Wikipedia…

…sì sì, so tutto!

Allora sai che tanta gente in tutto il mondo ti ha dedicato con affetto il proprio tempo per scrivere la tua voce enciclopedica nelle lingue italiano, inglese, finlandese, giapponese, coreano, polacco e albanese³!

No, non lo sapevo questo!

Cosa pensavi che ti avremmo chiesto?

Che su Wikipedia c’è scritto⁴ che io sono presente da anni tutti i giorni ininterrotamente in TV come voce, e non ci avevo mai pensato: le mie canzoni vanno in onda tutti i giorni dal 1982, tutti i giorni in TV! È incredibile.

E non è tutto: sulla community musicale musicale Last.fm c’è un tuo fanclub⁵ a cui si sono iscritti tantissimi utenti da tutto il mondo, a dimostrazione che il tuo fandom è veramente trasversale e internazionale. Inoltre la presidentessa di questo fanclub è polacca: le abbiamo chiesto se parla italiano e capisce le parole delle tue canzoni e ci ha risposto “No, non capisco una parola, però la amo!”.

[Ride] È fantastico, non lo sapevo!

Ok, abbiamo finito… ma prima un’ultima domanda: vuoi sposarmi?

[Ride] C’hai provato!

Grazie per il tempo che ci hai dedicato!

Ciao a tutti!

Cristina D'Avena durante la puntata del 25 marzo 2022 del programma "Il cantante mascherato" su Rai 1.
Una raggiante Cristina D’Avena col suo corpo di ballo alla fine della sua esibizione nella puntata del 25 marzo 2022 del programma Il cantante mascherato su Rai 1.

¹ = Successivamente a questa intervista Cristina D’Avena ha inciso svariate canzoni non sigle. Ha inoltre pubblicato i due album Duets e Duets Forever che rielaborano in chiave pop alcune sue sigle.

² = Riedizioni espanse di Magia di Natale sono uscite nel 2011 e 2014.

³ = Lingue al 2010. Attualmente la voce di Cristina D’Avena è presente su Wikipedia in tutte le suddette lingue e in più in anche in arabo, russo, ciuvascio, aragonese, tedesco, spagnolo, francese, ido, ungherese, portoghese, serbo-croato e nei dialetti emiliano-romagnolo, sardo e siciliano.

⁴ = L’informazione secondo cui Cristina D’Avena dal 1981 «non ha mai smesso di incidere e, grazie alla quantità di sigle da lei registrate, è l’unico personaggio dello spettacolo la cui voce è presente sulla tv italiana ininterrottamente dai primi anni ottanta almeno una volta al giorno, 7 giorni su 7, 365 giorni l’anno» era effettivamente presente sulla sua voce su Wikipedia in italiano, ma è stata rimossa nel 2013 perché allo stato attuale non esistono dati o fonti ufficiali che dichiarino o dimostrino con certezza la sua presenza ininterrotta ogni singolo giorno per migliaia di giorni. Intuitivamente, però, è di certo vero che Cristina D’Avena è presente quasi ininterrottamente in TV dal 1982.

⁵ = Nella nuova versione di Last.fm online dal 2016 i fanclub non esistono più.


[ Intro e Top 10 delle sigle di CriIntervista a Cristina D’AvenaCara Cristina ti scrivo… ]


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