Settimana Raffaello – Fumetti nei musei

Anno Domini MMXX: nel cinquecentesimo anniversario della morte di Raffaello Sanzio, Dimensione Fumetto dedica tutti gli articoli di questa settimana al massimo artista urbinate, la cui influenza nella storia dell’arte occidentale è cosi forte ed estesa da essere arrivata fino al fumetto contemporaneo.

In questo quarto articolo: i cinque volumi raffaelleschi della serie Fumetti nei musei.


Quando due anni fa il MiBACT annunciò il progetto Fumetti nei musei, realizzato dal Ministero in collaborazione con la casa editrice Coconino Press, su queste pagine scrivemmo senza mezzi termini che si trattava di «uno degli avvenimenti più importanti nella storia del fumetto del Belpaese» perché «rappresenta il riconoscimento ufficiale, da parte dello Stato italiano, del fumetto come arte». Con l’espansione della serie da 22 a 51 volumi avvenuta l’anno scorso, quel giudizio iniziale è stato più che confermato, anche perché mentre i primi 22 volumi coprivano molte delle più celebri realtà museali italiane, i nuovi 29 mettevano in luce anche realtà meno note ma altrettanto meritevoli di essere rappresentate nel progetto, confermando definitivamente Fumetti nei musei in tutto e per tutto come un progetto divulgativo ben più che celebrativo.

Nessuna spiegazione è migliore di quella riportata in quarta di copertina di tutti i volumi:

Fumetti nei musei è un progetto pensato per i bambini e i ragazzi che partecipano ai laboratori museali. Questi albi raccontano, attraverso l’arte del fumetto, la contemporaneità dei musei italiani, luoghi vivi dove accadono storie incredibili e dove l’immaginazione viene spinta verso nuovi fili narrativi tra suggestioni del passato e scenari fantascientifici.
Nei musei non tutto è come sembra e, a volte, basta cogliere un dettaglio inconsueto per trovarsi catapultati in un tempo indefinito dentro storie strabilianti, tra personaggi realmente esistiti, mostri, creature fantastiche, fantasmi e supereroi.

51 volumi che raccontano il patrimonio museale italiano con un linguaggio comprensibile alle nuove generazioni, ma non per questo semplicistico o banale: raccontare l’arte tramite l’arte, un’idea tanto semplice quanto brillante.

Dopo il sigillo di qualità apposto dalla vittoria del premio Gran Guinigi al festival Lucca Comics & Games 2018, e dopo essere stati disponibili solo gratuitamente, solo nei rispettivi musei e solo per i giovani visitatori, dal 20 febbraio di quest’anno i volumi sono finalmente in vendita per tutti nei negozi fisici e virtuali e sul sito di Coconino Press a tranche di 8 o 9 volumi l’una.

 

La civetta nei musei

In particolare, sono già disponibili tutti e cinque i volumi dedicati ai cinque musei statali che ospitano opere di Raffaello Sanzio. Pur avendo avuto una carriera relativamente breve durata circa vent’anni, grazie a una perfetta organizzazione di squadra in quella che era molto più simile a una factory che a una bottega, il pittore marchigiano ha fatto in tempo a realizzare centinaia di opere, oggi disperse in decine di musei. In particolare, in Italia le opere di Raffaello sono presenti in ben 12 musei statali (a cui si aggiungono quattro musei privati, quattro chiese romane e i Musei Vaticani): per la legge dei grandi numeri, alcuni di questi non potevano non finire nella serie Fumetti nei musei.

Oltre alla loro qualità, l’aspetto più interessante di questi cinque volumi è che sono incredibilmente diversi fra di loro, anzi potrebbero essere presi a esempio della varietà di stili, tecniche e linguaggi usati dagli autori di Fumetti nei musei. L’unica cosa che li accomuna è la splendida veste grafica realizzata da LRNZ: tutta rigorosa, tutta in giallo, bianco e nero su campiture a puntini regolari, tutta in Helvetica (vera e propria firma del design italiano), tutta pensata per essere letta, usata, girata, disegnata e tagliata dai giovani lettori. Ogni volume presenta 16 pagine di fumetto custodite da una sovraccoperta in acetato trasparente su cui sono stampati testi e dettagli grafici che collimano con l’illustrazione sottostante. La cura editoriale è tale da arrivare fino al dettaglio estremo della rilegatura spillata con punti metallici gialli: non solo fumetti bellissimi, ma oggetti bellissimi.

La civetta di Minerva, logo di "Fumetti nei musei" disegnato da LRNZ.
La civetta di Minerva fa «Uh-uhh!» ed è il logo di Fumetti nei musei disegnato da LRNZ. Esattamente come fu per il suo poster per Lucca Comics & Games 2018, il muso della civetta non è statico, ma cambia in una moltitudine di espressioni buffe e possibilità creative. La civetta è inoltre usata come mascotte fisica nei musei e per le attività coi bambini.

 

Raffaello nei musei

Non tutti i cinque volumi dedicati ai musei raffaelleschi mostrano o sono direttamente collegati a opere di Raffaello Sanzio, ma è interessante vedere come i fumettisti si sono rapportati agli spazi che ospitano le opere di un  artista così famoso, così vistoso e così impossibile da evitare: da questo punto di vista, mostrare le opere di Raffaello o non mostrarle sono entrambe precise scelte comunicative.

Ecco quindi i cinque volumi.


Volume 01
Martoz – Il pomo rubato
Galleria Borghese, Roma

Copertina de "Il pomo rubato" di Martoz dalla serie "Fumetti nei musei".DF ha già avuto modo di lodare ampiamente Martoz e di farlo arrabbiare paragonando il suo tratto grafico a quello di Pablo Picasso, cosa che quindi stavolta eviteremo benché la tentazione sia fortissima (anche dato il tema museale di questo volume).

Il pomo rubato è un distillato di Martoz al 100%: la narrazione mette insieme una trama di una semplicità quasi banale, letteralmente riassumibile in quattro parole (scimmia scappa da mostro) con una narrazione grafica coloratissima che con varie tecniche cartacee e digitali distorce gli ambienti, altera la visione, e propone una versione caleidoscopica della realtà filtrata attraverso gli occhi del fumettista.

La protagonista della storia è la scimmietta addomesticata che si vede nel dipinto La bottega di un antiquario del pittore fiammingo seicentesco Frans Francken il Giovane. La storia inizia con la scimmietta che vuole mangiare la mela, presente anche nel dipinto di Francken, ma mentre nell’opera originale dalla finestra a sinistra si affacciava un uomo, nel fumetto di Martoz arriva un mostro a spaventare la protagonista e farla scappare per le sale della Galleria Borghese, dove incontrerà vari altri personaggi usciti dai dipinti e dalle sculture conservati nel museo, fino al finale che in qualche modo chiude il cerchio: mela rotonda, inseguimento rotondo, trama rotonda.

È molto curioso come la storia sia quasi completamente animalesca. Esclusa una manciata di umani, tutti i numerosi personaggi sono animali, molti dei quali mitologici: la scimmietta, il mostro, il Cerbero del Ratto di Proserpina, gli animali incantati da Orfeo, le bizzarre creature del Paesaggio con corteo magico, anche le sfingi nella Sala Egizia, e poi il serpente demoniaco della Madonna dei Palafrenieri e l’unicorno della Dama col liocorno (questi ultimi due dipinti rappresentati affiancati per essere visibili nel fumetto, benché nella realtà siano esposti in stanze diverse).

Un bestiario magico e colorato in una fantasmagoria tutta d’interni che tiene alto il nome di Martoz.

Pagine da “Il pomo rubato” di Martoz dalla serie “Fumetti nei musei”.

Opere di Raffaello Sanzio nel museo:
Ritratto virile
Dama col liocorno
– tavola centrale della Pala Baglioni

Opere di Raffaello Sanzio visibili nel fumetto:
Dama col liocorno


Volume 05
Maicol & Mirco – Hanchi e il ladro sensibile
Galleria nazionale delle Marche, Urbino

Copertina di "Hanchi e il ladro sensibile" di Maicol & Mirco dalla serie "Fumetti nei musei".Maicol & Mirco sono (è?) fra i protégé di DF, e non potrebbe essere diversamente dato che al loro talento sconvolgente si abbina la vicinanza geografica suggellata dal fiume Tronto.

Ai marchigiani Maicol & Mirco è stata affidata la marchigiana Galleria nazionale di Urbino, città natale del più famoso degli artisti marchigiani. Gli autori preferiscono però evitare (apparentemente) il mito raffaellesco per concentrarsi su una storia (apparentemente) semplice: le tre sorelle Hanchi, Pinchi e Panchi vanno a visitare la Galleria, ma la trovano allagata e ne cercano la misteriosa causa. Dietro un linguaggio letterario (apparentemente) infantile e un linguaggio grafico (apparentemente) sub-elementare, però, il fumetto presenta contenuti di altissimo significato filosofico che arrivano addirittura a toccare il valore catartico del Bello.

Il Bello è uno dei temi centrali per la filosofia dai tempi degli antichi greci, dove trovò in Platone e Aristotele i suoi più accreditati teorici. Se per Platone però il Bello è un’Idea che non può esistere nel mondo sensibile, per Aristotele l’arte ha il potere di concretizzare (in maniera più o meno riuscita) quell’Idea del Bello nel mondo sensibile. Nel suo Poetica, Aristotele scrisse che «la tragedia [e l’arte in generale] mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto una catarsi delle passioni», cioè ha per effetto di sollevare e purificare l’animo e produrre, dunque, gioia. Ora, per Aristotele l’Idea di Bello si concretizza al massimo livello nel momento in cui rispetta certi limiti e regole di proporzione fra le parti: è esattamente il principio che guidò l’Umanesimo, ovvero quella fusione armonica tra filosofia antica e religione cristiana di cui la corte di Urbino con Federico da Montefeltro e il suo artista di corte Giovanni Santi, padre di Raffaello, rappresentò un vertice assoluto.

Nel fatto stesso di raccontare una storia di arte come catarsi, Maicol &  Mirco finiscono automaticamente col parlare di Raffaello, il quale non a caso nella sua Scuola di Atene dipinse proprio Platone e Aristotele che discutono, forse proprio di Bello: che rappresentino i Platone e Aristotele raffaelleschi Hanchi e Pinchi, rispettivamente attratte dal museo (Bello ideale) e dal mare (Bello sensibile)? Chissà.

Eccolo il talento sconvolgente di Maicol & Mirco: col loro linguaggio grafico limitato fino all’estremo, limitato fino a proporre tavole in alcuni casi praticamente bianche, riescono a far rimanere il lettore letteralmente a bocca aperta nel giro di poche pagine, poche vignette, a volte poche parole. Sconvolgenti.

Pagine da “Hanchi e il ladro sensibile” di Maicol & Mirco dalla serie “Fumetti nei musei”.

Opere di Raffaello Sanzio nel museo:
Santa Caterina d’Alessandria
La muta

Opere di Raffaello Sanzio visibili nel fumetto:
– nessuna


Volume 06
Alessandro Tota – Margherisba e il drago
Gallerie degli Uffizi, Firenze

Copertina di "Margherisba e il drago" di Alessandro Tota dalla serie "Fumetti nei musei".Il volume di Alessandro Tota è quello più esplicitamente diretto a un pubblico giovanile fra i cinque qui proposti. La ragione potrebbe stare nel fatto che Tota è, fra i cinque, l’autore che ha lavorato di più per il pubblico giovanile: in particolare, risulta lampante la somiglianza fra lo stile narrativo e grafico di Margherisba e il drago con i due volumi della serie Caterina, iniziata nel 2014 per l’editore Dargaud di Parigi, città dove l’autore si è trasferito dalla natìa Bari. Per contrappasso, è proprio a Bari che Tota ha calato il suo Charles Baudelaire: Parigi e Bari, due città legate non solo da un modo di dire, a quanto pare.

Margherisba e il drago però non ha niente a che vedere né con Parigi né con Bari, perché è il fumetto dedicato alle Gallerie degli Uffizi, ovvero il nome collettivo sotto cui dal 2014 sono state riunite tutte le varie collezioni fiorentine ospitate al Palazzo degli Uffizi, a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli: un patrimonio artistico sterminato, di una importanza capitale e di un valore incommensurabile, che deve aver messo in soggezione Tota al punto che infatti nel fumetto non compare nessuna opera reale, a parte l’autoritratto della pittrice cremonese Sofonisba Anguissola (peraltro in versione ovale invece che rettangolare com’è realmente).

La Anguissola è infatti l’idolo della pittrice bambina protagonista del fumetto, Margherita autoribattezzatasi Margherisba, che nella sua casetta dipinge parodie di celebri dipinti con lei al posto dei personaggi originali. Un bel giorno arriva il cavaliere Arturicchio da Molfetta che le chiede un nobile ritratto prima di andare ad affrontare un drago. La situazione precipita comicamente quando il drago arriva davvero.

16 pagine fresche e divertenti in cui Tota, pur non richiamandosi mai esplicitamente alle Gallerie degli Uffizi, sembra citarne indirettamente le sue tre componenti principali: i dipinti parodiati da Margherisba provengono dagli Uffizi, il pittore Antoon Van Dyck che entra in scena verso il finale è presente con varie opere a Palazzo Pitti, e la natura in cui abita Margherisba potrebbe rappresentare Boboli (o magari il drago si ispira a quello, molto buffo, scolpito da Vincenzo Danti ed esposto nel giardino, chissà). Citazione per citazione, aleggia anche il fantasma di Raffaello nella scena in cui Margherisba dipinge il drago, un soggetto toccato più volte anche dal maestro urbinate.

Pagine da “Margherisba e il drago” di Alessandro Tota dalla serie “Fumetti nei musei”.

Opere di Raffaello Sanzio nel museo:
Ritratto del Perugino
Madonna del granduca
Ritratto di Elisabetta Gonzaga e Ritratto di Guidobaldo da Montefeltro
Ritratto di giovane con la mela
La gravida
Autoritratto
Ritratto di Agnolo Doni e Ritratto di Maddalena Strozzi
Madonna del cardellino
Madonna del baldacchino
Ritratto di Giulio II
Madonna dell’impannata
Madonna della seggiola
Ritratto di Fedra Inghirami
La velata
Ritratto del cardinal Bibbiena
Visione di Ezechiele
San Giovannino
Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Rossi

Opere di Raffaello Sanzio visibili nel fumetto:
– nessuna


Volume 08
Paolo Parisi – Stelle
Gallerie nazionali d’arte antica, Roma

Copertina di "Stelle" di Paolo Parisi dalla serie "Fumetti nei musei".Stelle è forse il più astratto e ambiguo e dei cinque volumi, il che è singolare considerando che l’autore Paolo Parisi è invece noto soprattutto per i suoi lavori biografici controculturali o addirittura di cronaca giornalistica (Chernobyl e Il sequestro Moro). Qua invece l’intera trama è tutta spiegata nella prima pagina: due persone si sono perse nel museo di notte e vogliono uscirne. Stop, non c’è altro da sapere. Un notturno a due voci in bianco e nero e celeste.

Due personaggi anonimi, due silhouette nere prive di qualunque caratterizzazione che rappresentano quindi il lettore, anzi tutti i lettori, anzi chiunque, anzi forse l’essere umano in generale, vagano nel buio alla ricerca dell’uscita, a riveder le stelle. Appaiono evidenti le similitudini col mito della caverna di Platone, accentuate dal fatto che errando da una stanza all’altra i personaggi si imbattono nelle ombre delle opere lì conservate, fugaci immagini che emergono dal buio, senza contesto, provenienti da chissà quale tempo e luogo, forse parlanti, non del tutto comprensibili e per questo ancora più affascinanti.

Fra le varie opere, ecco palesarsi il busto di Urbano VIII del Bernini, poi il ritratto di Enrico VIII di Holbein, e poi quello della Fornarina di Raffaello. Che rappresentino la fede, la politica, l’amore, le grandi Idee dell’uomo? Non si sa, forse sono oggetti sensibili o forse solo visions fugitives, le poche cose belle che emergono dalle tenebre della condizione umana, chi può dirlo, forse lo sa solo Parisi stesso o forse nemmeno lui: le opere d’arte come suggerimenti per uscire dalla caverna.

Pagine da “Stelle” di Paolo Parisi dalla serie “Fumetti nei musei”.

Opere di Raffaello Sanzio nel museo:
La Fornarina

Opere di Raffaello Sanzio visibili nel fumetto:
La Fornarina


Volume 14
Paolo Bacilieri – Era Brera
Pinacoteca di Brera, Milano

Copertina di "Era Brera" di Paolo Bacilieri dalla serie "Fumetti nei musei".Sulla pagina Instagram del progetto, Paolo Bacilieri viene definito «il più grande tra gli artisti di Fumetti nei musei». Una attestazione di stima e valore che Era Brera conferma totalmente.

Forse non è possibile definire questo come “il migliore” fra questi cinque volumi o nel progetto Fumetti nei musei in generale, poiché la grande differenza stilistica e contenutistica dei titoli impedisce un confronto effettivo. Quel che è certo, però, è che Era Brera è un piccolo miracolo, dove con “piccolo” si intende “di piccolo formato”. Nell’arco di 16 pagine Bacilieri riesce a mettere insieme una tale quantità e qualità di storie e di Storia che sembra di averne lette 160, di pagine. Riesce a mettere in bocca ai personaggi battute sul matrimonio, sui nipoti del Canaletto, sulle giraffe. Riesce a rappresentare i grandi ideali e le miserie quotidiane. Riesce a parlare di arte e di cronaca. Riesce a far ridere e a far piangere. Riesce ad arrivare al cuore del lettore. Riesce, soprattutto, a costruire un fumetto piccolo che funziona come un fumetto grande, per parafrasare le parole di Francesco Costa su Milano.

Milano. Paolo Bacilieri è nato a Verona, ma ha studiato a Bologna e abita a Milano. In quasi 40 anni di attività ha lavorato con Milo Manara e con Sergio Bonelli, si è dedicato all’underground e al mainstream, ha ambientato storie in mondi reali e immaginari, ma alla fine sempre lì è tornato: Milano. Nel suo volume Tramezzino l’amore per Milano è così grande da costringere l’editore Canicola a stamparlo in formato extra large. In Era Brera, la pinacoteca braidense diventa il palcoscenico dove recitano a soggetto i membri della famiglia Brambilla, che naturalmente rappresenta Milano stessa e in questo modo il ruolo storico, sociale, culturale ed economico che Milano ha avuto per l’Italia intera, dato che la Pinacoteca di Brera, con le sue opere provenienti da ogni parte della penisola, rappresenta l’Italia intera.

Bacilieri rappresenta Milano: frase a interpretazione libera, d’altronde lui ama l’enigmistica. Per raccontarla ne usa i luoghi mitici e le storie generazionali, per disegnarla usa un tratto a china che sembra egualmente debitore di Frigidaire, de Il Giornalino e dei rebus de La Settimana Enigmistica, coi retini a lineette stesi a mano, magari col Rapidograph e le squadrette Vittorio Martini su un grande tavolo da lavoro bianco.

Quante cose si ritrovano nei suoi fumetti: un gusto un po’ rétro, quasi da ciclostile, e insieme l’arte contemporanea, come nell’installazione (Non) senso della visita realizzata da Giulio Paolini nel 2015 proprio a Brera e proprio di fronte allo Sposalizio della Vergine di Raffaello, in cui numerose cornici inquadrano numerosi dettagli, cioè esattamente quello che accade sulle pagine di Bacilieri.

Dentro Era Brera c’è un intero secolo di storia di una famiglia e del suo mondo. Un mondo intero in 16 pagine.

Pagine da “Era Brera” di Paolo Bacilieri dalla serie “Fumetti nei musei”.

Opere di Raffaello Sanzio nel museo:
Sposalizio della Vergine

Opere di Raffaello Sanzio visibili nel fumetto:
Sposalizio della Vergine


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Mario Pasqualini

Sono nato 500 anni dopo Raffaello, ma non sono morto 500 anni dopo di lui solo perché sto aspettando che torni la cometa di Halley.

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