Manifest Destiny I-III – Intrattenimento e sospensione dell’incredulità

Manifest-Destiny-1-Flora-e-faunaManifest destiny (vol.1 – Flora e fauna, vol.2 – Amphibia e insecta, vol.3 – Chiroptera e carniformaves) di Chris Dingess, Matthew Roberts e Owen Gieni è pubblicato dalla saldaPress. 

Nel 1804 una spedizione dell’Esercito degli, allora piuttosto recenti, Stati Uniti d’America ha il compito di esplorare, e se del caso preparare -come si possa- per una futura colonizzazione, i territori ancora vergini della parte ovest del Paese.
Questi si dimostrano pieni di creature mai viste e mostruose; le storie di altri personaggi si uniscono al pristino gruppo di soldati e tagliagole senza radici e famiglia che si era avventurato per quelle lande.

Ciclopi, minotauri, centauri, “bisontauri”, zombie vegetali con coscienza collettiva, rospi enormi, insettoni, pappagalli parlanti con becco e dentatura, immani e sinistri “archi di Saint Louis” fatti di… Dunque la ragione del vantaggiosissimo prezzo al quale fu pagata l’infinità di terra francese venduta da Napoleone agli Stati Uniti con la famosa “Louisiana Purchase” del 1803 (828 mila miglia quadre a 15 milioni di dollari -233 milioni del 2011- e pari a tre centesimi ad acro) non fu voler monetizzare per finanziare guerre in Europa, cedendo colonie indifendibili, ma la presenza in esse di orrende creature! Bene!

Una storia di intrattenimento come ne sono sempre esistite, dai romanzi di cavalleria, a quelli di cappa e spada, ai feuilleton o romanzi di appendice, poi fantasy e ora soap opera e serie tv di avventura, ovvero quelle storie dove “succede di tutto perché in definitiva non succede nulla” e puntano sullo stupore facile e l’abbondanza di tempo degli esseri umani meno interessanti.
La storia segue tutti i percorsi e si dota di tutti gli elementi richiesti dal genere, mistero e segreto, complotto e sacrificio, ingiustizia, colpevolezza, ha anche l’immancabile tributo alle culture native, e una obliqua condanna all’invasione coloniale… tutto torna! E ritorna!

Una lettura piacevole, di avventura pura… certo c’è da considerare che non è che ogni volta che si apre un fumetto o qualunque prodotto di intrattenimento ci si possa attendere capolavori pieni di brillanti ed entusiasmanti idee originalissime, e qui si ha una bella ricompilazione di personaggi, caratteri, stilemi, storie e mostri tutti già visti, ma rielaborati bene e che fanno passare qualche ora piacevolmente e svolgono il loro bravo e porco lavoro.

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Numerosissime sono le citazioni più o meno dirette ed evidenti da altre opere, vediamone qualcuna: una pianta carnivora con effetto soporifero che ricorda i fatti dell’episodio di X-Files, Field Trip (1999) -uno dei meglio-, a tratti si percepisce una sorta di “Invasione degli ultracorpi” o meglio ancora forse si è attinto da The Lonesome Death of Jordy Verrill trasposto nel film Creepshow del 1982 (con personaggio interpretato dallo stesso autore, Stephen King, diretto da Romero), Jeepers Creepers, e così via.
Interessante anche la trovata di riferirsi al “fuoco greco” per un cocktail incendiario con ricetta realmente esistita nell’antichità, ma, in effetti, tuttora sconosciuta, in modo da poter avere un antecedente di qualcosa di popolare negli USA come il Napalm, senza forzare gli eventi, dato che esso fu orgogliosamente inventato ad Harvard solo nel 1942 e usato come arma (atroce) specie durante i disgraziati conflitti di Vietnam e Corea.
E ancora appare l’Akaname o demone rana giapponese… basta!

Alla lunga forse la trama stanca un po’, si nota anche qualche ingenuità nella redazione, per esempio ho trovato a volte un po’ faceto l’uso delle linee emendate, ben bilanciate però da alcuni passaggi più spigliati e con migliori idee, e specie da un disegno che dimostra una qualità costante e arriva anche a momenti di brillo notevole.
Piuttosto ben concepite, tanto per dirne una, sono alcune tavole che raccontano la storia dei personaggi su più piani temporali, le ho gradite specie per la realizzazione grafica, ma sono anche molto evocative.

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Nella narrazione, classica americana, a volte provocatoria, a volte con inattesi riferimenti erotici; si notano, se non tutti, alcuni dei topici dell’horror, compreso il connubio inevitabile (e perculatissimo, Scream fa scuola) -o meglio ancora il “menage a trois”- sesso-peccato-castigo, nulla di nuovo sotto il sole.

Molto belli anche i colori e le tavole finali; può essere una lettura consigliabile agli amanti del genere che non vogliano scendere a compromessi sulla qualità e pretendano un livello artistico e manieristico notevole che non sempre è reperibile.

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