Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage – Informatica in un universo parallelo

Copertina Lovelace e Babbage

Ada Lovelace e Charles Babbage sono considerati gli iniziatori dell’informatica.

Ne abbiamo già parlato in occasione dell’uscita del Babbage Issue della collana Comics&Science, alla fine del 2017.

Stavolta Mondadori, per la collana Oscar Ink, traduce e pubblica il libro Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage di Sydney Padua scritto e pubblicato oltreoceano già nel 2016. Candidato a un Eisner Award, è stato forse un po’ ignorato da noi, visto che coinvolge due categorie di pensiero (l’informatica e il fumetto) ritenute in Italia appannaggio di pochi nerd.

Il successo che ormai questo filone sta avendo per la divulgazione (e abbiamo parlato varie volte del fumetto come veicolo di cultura, in particolare scientifica) ha fatto anche sì che l’autrice abbia dedicato pagine specifiche a quest’opera sin dal 2009.

In effetti l’enorme lavoro di documentazione storica e matematica non poteva esaurirsi nelle pagine del libro.

Chiara Valerio, scrittrice con un dottorato in matematica, collaboratrice di Ad alta voce su Radio Tre, autrice del recente La matematica è politica, scrive nella prefazione:

Mi sono chiesta per molte settimane, sfogliando e risfogliando, quanto la forma scelta – il fumetto – amplificasse la chiarezza dell’esposizione. E mi sono risposta che i libri di storia della scienza dovrebbero essere tutti illustrati.

Ovviamente non possiamo che sottoscrivere.

Al di là di questo, però, la lettura è impegnativa, sia nei contenuti sia nella modalità scelta dall’autrice.

Partendo da due personaggi non semplici.

Ada Lovelace, figlia di George Gordon Byron, ma tenuta lontana dalla poesia dalla madre Anne Isabella Milbanke, appassionata di matematica, la quale temeva che la poesia fosse stata il vettore della pazzia dei Byron.

Charles Babbage, progettista della macchina differenziale e della mai realizzata macchina analitica. Irascibile, bellicoso, geniale, ma alla fine inconcludente.

I due si conobbero nel 1833: Ada aveva diciotto anni, Charles già quarantadue, e la loro relazione fu sempre e solo scientifica. Babbage chiamava Ada la sua Enchantress of numbers.

Sydney Padua traccia un bel ritratto di entrambi e ne racconta la biografia reale nel primo capitolo, poi immagina cosa sarebbe successo se Ada Lovelace non fosse morta per il cancro all’utero che la strappò ai suoi affetti e alle sue conoscenze matematiche.

In effetti non produsse molti scritti matematici, se non una serie di bozze di veri e propri programmi informatici da applicare alle macchine di Babbage, e delle Note alla traduzione dal francese di un articolo di Luigi Menabrea sulla Macchina Analitica, le quali contengono in nuce molti concetti dell’informatica: la differenza tra hardware e software, alcuni dei costrutti principali dei linguaggi di programmazione, e altro ancora.

Il fumetto ha a sua volta una consistente e interessate parte di note. Nella versione italiana si aggiungono anche le note del traduttore, perché nell’originale anglofono tutte le citazioni sono originali.

Quindi, per dirla con Chiara Valerio

Le note duravano due righe, due righe erano brevi, due righe erano tutto. Talvolta, in effetti, due righe di Lovelace erano tre quarti della pagina. Anche in queste tavole, le chiose, le note, occupano i tre quarti della pagina.

In effetti, la parte scientifica è molto ricca e quella biografica attenta. Entrambe sfruttano le fonti in maniera rigorosa.

Anche nel “racconto” di ciò che sarebbe avvenuto se Ada Lovelace non fosse morta, e avesse continuato a supportare Babbage nella costruzione e nella gestione della macchina, i riferimenti storici a ciò che accadde a Babbage, alle sue relazioni con colleghi e governanti sono molto dettagliati.

Ovviamente al netto della costruzione della macchina e della sopravvivenza di Lovelace.

Nella prefazione a Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage, l’autrice racconta delle tante fonti consultate e della ricchezza contenuta nel lavoro di digitalizzazione svolto da Google e da archive.org.

Le teorie e le idee di Babbage, che nella realtà hanno trovato posto solo nei suoi scritti, diventano parte della storia. Personaggi reali si interfacciano con la coppia, tra storie di fantasia e aneddoti reali. La Regina Vittoria, Marian Evans aka George Eliot, Isambard K. Brunel, i calcolatori Ludditi (o Luddisti), Charles Dickens compaiono e interagiscono con Charles, Ada e la Macchina. Rendendo verosimili le relazioni, considerando anche delle reali relazioni rappresentate nell’opera, da Augustus De Morgan, a Faraday, da Herschel a Mary Sommerville.

lovelace cloud

Parallelamente a Babbage, Ada Lovelace concretizza le sue idee informatiche nella macchina, sia nel funzionamento hardware, sia nei software. Ne è anfitrione e tecnico principale, con un figura ai limiti del cyberpunk. Con tuta di pelle, pipa e occhiali dimensionali. (Ah, nel libro si dice che la storia è bidimensionale, come in effetti è il foglio di carta.)

La versione fantastica della Macchina Differenziale viene usata per simulazioni sul mercato azionario, per una prima forma di linguistica computazionale, e si parla di cloud

La scrittrice caratterizza bene i personaggi, rendendoli interessanti anche per chi non è interessato alla parte scientifica.

La storia è piacevole, numerosissime le citazioni e le trovate divertenti, come quando i due protagonisti gridano all’unisono «Alla macchina differenziale!» dopo essersi guardati in modo un po’ interdetto, un po’ come Batman e Robin dei telefilm degli anni ’60, o i gemelli che chiamavano il genio Shazzan unendo gli anelli, e subito dopo si vedono i dettagli della vestizione.

In realtà il volume è quasi una raccolta di episodi, concatenati ma abbastanza autonomi, e ognuno dei quali affronta un tema un po’ più specifico, con annesse citazioni del caso.

Forse da questo punto di vista il più gustoso è quello che parte da Hamilton, grande matematico, ma pessimo poeta. Un incontro con lui sarà l’occasione per Ada Lovelace di ricadere, grazie all’incontro con i numeri immaginari, nella dimensione della poesia, allargandosi alla terza dimensione. E qui le citazioni di Alice nel paese delle meraviglie e di Attraverso lo specchio, compreso l’incontro con Dodgson (vero alter-ego di Lewis Carroll), tra arte, poesia e matematica sono felicissime.

Dal punto di vista grafico, Padua alterna diversi registri, riproducendo anche vignette e disegni tecnici d’epoca. Fa emergere anche qui il lato caricaturale e nei titoli si rifà in maniera divertente ai frontespizi dell’epoca,

È attenta al disegno tecnico con ingranaggi e schede perforate, concede al cyberpunk molti dettagli, ma lascia prevalere smorfie ed esagerazioni nelle espressioni dei personaggi.

Per far ciò le è più che sufficiente un tratto che appare quasi schizzato, ma molto espressivo, che gioca a volte sull’esagerazione dei caratteri e delle espressioni. In effetti la sua esperienza di storyboarder emerge nella capacità di rendere con leggerezza grafica ogni situazione, utilizzando onomatopee e improbabili prospettive geometriche.

Le espressioni facciali di uomini e animali tradiscono l’esperienza di animatrice. Gabbie molto dinamiche e prospettive deformate, costruzione delle pagine (a volte addirittura con dei veri e propri diagrammi di flusso) e cambi di registro repentini rendono la lettura dinamica.

Il fumetto è quindi leggibile solo nella storia illustrata, anche se la lettura delle note lo contestualizza e potrebbe portare a un numero enorme di approfondimenti.

Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage merita più letture. Non solo per conoscere meglio Lovelace e Babbage, ma anche per dare merito al certosino lavoro di documentazione dell’autrice. Per cogliere i tantissimi camei grafici e storici. Per approfondire il progetto e il presunto funzionamento della macchina di Babbage (nell’assai gustosa Appendice B).

E non è tutto. Nel sito del libro, si trovano moltissimi materiali. In particolare un lista ricchissima di quanto consultato da Padua per la costruzione della storia.

C’è anche una serie di altre storie, che meglio fanno capire anche il perché si sia parlato di Babbage e Lovelace come eroi dell’Universo-Bolla in cui hanno costruito la macchina. Infatti, mentre nel libro emergono le caratteristiche storiche e tecniche della macchina, insieme ai rapporti tenuti dai protagonisti con i personaggi dell’epoca, nelle storie online, parimenti dettagliate nelle referenze, combattono il crimine!


Sydney Padua
Le mirabolanti avventure di Lovelace e Babbage – La storia (quasi) vera del primo computer
Mondadori Oscar Ink, 17 novembre 2020
352 pagg., brossura, b&n, 17×24 cm, €25.00
ISBN: 9788804713791

Andrea Cittadini Bellini

Scienziato mancato, appassionato divoratore di fumetti, collezionista di fatto, provo a capirci qualcosa di matematica, di scienza e della Nona Arte...

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