Il ritorno del mito – Akira: trentesimo anniversario

Locandina di "Akira" di Katsuhiro Otomo.Questo non vuole essere l’ennesimo articolo sulla validità o meno del lungometraggio Akira, croce e delizia del regista/mangaka Katsuhiro Otomo che ha marchiato a vita il suo operato, oscurando le sue successive opere. Di siti e saggi che ne parlano ne troverete a volontà. Qui si parla del suo trentesimo anniversario e della terza proiezione nei cinema italiani, grazie a Nexo Digital e Dynit.

Qui troviamo un nuovo doppiaggio e anche, almeno in una parte, un leggero cambio di montaggio delle musiche (il Requiem dei Geinoh Yamashirogumi, durante la distruzione della città, rimane montato come su disco). Il nuovo doppiaggio stavolta, rispetto a quello precedente, rimane fedele praticamente al 100% a quello originale giapponese, realizzando anche gli stessi effetti vocali e anche la scelta delle voci è stata fatta per essere più simile possibile a quelle dei doppiatori giapponesi. Ad esempio Takashi, Masaru e Kyoko hanno una voce da bambini. Molti nomi vengono corretti (Ryu anziché Roy, Yamagata anziché Yama). Addirittura gli accenti tonici dei nomi vengono rispettati come dovrebbero essere pronunciati, rinunciando alla italianizzazione utilizzata da sempre nella nostra penisola. Finalmente, dopo più di un quarto di secolo dalla prima edizione, abbiamo una versione rispettosa, quasi timorosa e accorta verso qualsiasi possibile critica di chi è particolarmente puntiglioso, di questo capolavoro cinematografico.

Molti spettatori potranno capire molto meglio l’intricata trama, grazie a questo nuovo adattamento e personalmente la cosa mi è stata confermata da più di una persona, dopo la visione. I precedenti doppiatori erano sicuramente bravi (da citare Angelo Maggi e soprattutto Alessandro Quarta), ma avevano a che fare con una traduzione fatta alla meno peggio in più punti, probabilmente per il fatto che furono ripresi i dialoghi inglesi fatti a suo tempo dalla Streamline Pictures, che adattò alla fine degli anni ’80 Akira per gli Stati Uniti d’America. Qui troviamo doppiatori altrettanto professionisti (Pierluigi Astore, Manuel Meli, Alessio Puccio e tanti altri bravi) e che finalmente possono anche loro capire quello che stanno recitando!

Ecco i punti migliorati sensibilmente, citando le incongruenze e gli errori nel vecchio doppiaggio:

  • Nella scena all’inizio nel bar Harukiya il proprietario smercia di nascosto della droga e si lamenta dell’ingresso improvviso di Yamagata. Nella versione precedentemente si lamenta di Kaneda che attacca un pezzo al jukebox dicendo che non è una sala da ballo (se ha un jukebox, qualcuno metterà ogni tanto della musica, no?).
  • Masaru capisce dove si trova Takashi e si dirigono nella zona ovest della città. Nella versione precedente Masaru dice «Questo capitolo è finalmente chiuso», e il colonnello risponde «Molto bene, e adesso andiamo via di qui!» (Quale capitolo? Via da dove?).
  • Il primo incontro tra Kaneda e Kei: Kaneda la fissa mentre Kei rimane sorpresa della rissa che si sta svolgendo nella stanza delle interrogazioni, invece nel primo adattamento sembrerebbe che Kei fissi Kaneda facendo sembrare che già si conoscessero, cosa non vera ovviamente.
  • Viene finalmente citata la Babyroom dove alloggiano i tre bambini vecchi, mentre nel vecchio doppiaggio parrebbe che Tetsuo la trovi per caso.
  • Viene nominato e citato Nezu, capo della ribellione e ministro con doppio ruolo che riesce a procurare i pass per Kei e i suoi compagni per entrare nel palazzo dove si trovano i bambini. Precedentemente veniva citato solo un certo «amico», creando confusione.
  • Più volte vengono nominati i soggetti degli esperimenti con il loro numero tatuato sulla mano, compreso Akira. Nella scorsa versione non si cita mai.
  • Viene detto a chiare lettere che Akira ha provocato l’esplosione che si vede all’inizio del film, scatenando la Terza guerra mondiale. Tutto ciò viene omesso nella passata versione.
  • La riunione del consiglio esecutivo è decisamente più chiara e capiamo che il colonnello vuole investire il budget per evitare che Akira si possa risvegliare. Prima era impossibile da capire.
  • Tetsuo legge nella mente di Kyoko per capire dove si trova Akira. Prima lo potevamo solo intuire. Da citare l’assurdo dialogo di Kyoko che c’era, rivolgendosi a Tetsuo: «Farai del male a qualcuno se non la smetti!», poco prima aveva già fatto un vero massacro!
  • Tetsuo di fronte ai resti in capsule di Akira non è più un improvviso sedicente esperto di chimica: «Questo ha un valore chimico superiore a 101» (?).
  • Kaneda distrugge la moto di Yamagata per fare in modo che possa avere la sua moto nell’aldilà. Prima completamente omesso.
  • Soprattutto il risentimento di Tetsuo verso Kaneda è finalmente esplicito.

Possiamo dire che questo è il punto di arrivo di Akira in Italia che, da lungometraggio passato in sordina giusto perché era un vero kolossal dell’animazione e niente più, è diventato un capolavoro lodato da tutta la critica ufficiale: il tanto apprezzato Dizionario dei film curato da Paolo Mereghetti, dopo un iniziale voto intermedio, nelle successive edizioni ha dato il massimo dei voti. Stessa cosa per il famoso sito MYmovies, da una iniziale recensione dal tono sufficiente, oggi vediamo sul sito una lode esorbitante. Adesso lo si paragona per importanza a Matrix o addirittura a Blade Runner e 2001 Odissea nello spazio. Anche lo stesso pubblico italiano l’ha scoperto con estremo ritardo. Quando uscì nei primi anni ’90 fu un vero fallimento. Stavolta, con un solo giorno di proiezione, ha totalizzato quasi 70 mila euro con più di settemila spettatori.

L’influenza e l’importanza di Akira, invece che diminuire con il passare del tempo, aumentano con gli anni e oggi non possiamo che ringraziare, anche se con un notevole ritardo, per questa nuova edizione. Ovviamente l’acquisto del Bluray, quando uscirà, sarà d’obbligo per me, per ogni appassionato di questo immortale titolo, e anche per i veri amanti del grande cinema, d’animazione o non.

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