Hokuto no Masami Suda

Incontrare una leggenda ti spiazza. Sempre. Anche quando quella persona per te prima non era nessuno, quando la vedi non puoi che provare ammirazione e un pizzico di commozione. Grazie alla mia scuola (che mi sento in dovere di citare, grazie Accademia NEMO) ho provato questa sensazione più volte ed è giunto il momento di raccontarne una.
Non sono mai stata una grande fan di Ken il guerriero, che poi è un eufemismo per dire che non ho visto neanche una puntata e che effettivamente so solo che il protagonista si chiama Kenshiro e che i cattivi sembrano dei punkettoni. Nonostante ciò persino io mi sono emozionata di fronte a Masami Suda, character designer della serie animata: sarà stato il vedere i miei professori che si inchinavano a lui o magari lo scoprire che ha lavorato anche a Kiss me Licia, non saprei.

Masami Suda è un anziano signore di 73 anni ed è la persona più giapponese che abbia mai incontrato. Dimostra almeno vent’anni di meno, come tutto il suo popolo (deve essere per qualcosa nel sushi) ed è una persona umilissima; appena salito sul palco, dopo aver ringraziato più e più volte tutti i presenti, ha tirato fuori un bel foglio con il suo discorso/biografia. Non penso che riuscirò mai a rendere abbastanza l’idea, ma se il Giappone venisse umanizzato avrebbe sicuramente la forma del signor Suda.

Negli anni ’60 nel paese del Sol Levante i tanto amati “anime” erano poco più che neonati, proprio allora una manciata di animatori puntavano su di loro, fra questi c’era ovviamente Masami Suda. Si ispirarono ai film Disney (perché si sa, nell’animazione tutte le strade portano a Walt Disney) per riuscire a creare qualcosa di diverso: lo scopo era combinare i cartoni animati con storie più drammatiche e mature ma che soprattutto avessero un fine, uno scopo, a differenza delle altre serie in circolazione (i corti di Hanna e Barbera o i Looney Tunes). Cominciarono i primi esperimenti come Superauto Mach 5 del 1967, ma il primo successo fu Gatchaman del 1972 che vide ben 105 episodi; l’allora ventenne Suda si rivelò essere già giapponese nell’anima e come tale si caricò di una mole di lavoro esagerata tanto da svenire per la stanchezza. Seguono altre serie più o meno di successo che vedono Suda come capo animatore e designer, ma la vera svolta è nel 1986 con il primo film di Hokuto no Ken (Ken il guerriero). Il personaggio diventa un emblema dell’animazione giapponese, tale che anche a distanza di trenta anni se hai letto almeno un fumetto in vita tua sai chi è Kenshiro; tale che tutti sanno che è meglio girargli alla larga quando comincia con i suoi “uatatatatatatatataaa”; tale che è inserito nel videogioco Jump Stars Victory vs (videogioco per PS3); tale che lo conosce persino mia madre.
La leggenda di Masami Suda non si ferma però, instancabile stacanovista non accantona mai la matita e continua a produrre passando per i titoli più famosi, fra cui tre film di Dragonball e uno dei Pokémon. Recentemente è stato il character designer della serie Yo-kai Watch, tratta dal popolare videogioco che ha spopolato in Giappone ed è atteso a breve in Europa.
Alla domanda su cosa ne pensi delle serie animate di oggi, Suda risponde che ovviamente queste sono simili a quelle del passato, non per plagio quanto per omaggio: i disegnatori di oggi sono i fan di ieri, ma comunque si trovano ancora serie di qualità. In ogni caso, meglio guardare al futuro senza pensare troppo al passato, questa la risposta alla domanda del perché le nuove serie di Gatchaman avessero avuto poco successo.
Ma i fatti contano più delle parole, e quando vedi la standing ovation di centinaia di ragazzi che non erano neanche nati quando quell’uomo anziano sul palco disegnava un idolo dell’animazione, allora capisci davvero che lui è una leggenda, e gli credi quando guarda ad uno ad uno i disegni degli studenti e fa a tutti i complimenti, e un po’ ti commuovi quando saluta e ringrazia ancora e ancora.
GIULIANO. <3 <3 <3