Benvenuti in Giappone 06 – Il treno di Evangelion

Il treno, uno dei simboli, anzi IL simbolo del Giappone, con le sembianze dell’Unità Eva-01… un’emozione unica per poter entrare in contatto davvero con il mondo di Evangelion. DF c’era: ecco il report dal treno Shinkansen 500 TYPE EVA!

La cosa più bella del Giappone non è il sushi, non sono le geisha, non sono i sakura e non è l’incrocio di Shibuya. La cosa più bella del Giappone, e lo dichiaro senza alcun timore di smentita, sono i treni.

Ferrovia a Goshogawara (Aomori).
Goshogawara (Aomori): ciliegi in fiore, ristoranti di cucina tradizionale, famigliole che si fanno la foto davanti al treno. Il Giappone in un’immagine.

Non mi riferisco ai treni come oggetti fisici in sé (anche se alcuni sono effettivamente dei capolavori di tecnica e design), ma intendo la cultura del treno come idea iperuranica. In Giappone il treno riassume la bellezza del sushi, delle geisha, dei sakura e dell’incrocio di Shibuya in un’unica entità che ne presenta, esaltati al massimo, gli aspetti tecnici, estetici, morali e sociali.

Come il sushi, i treni giapponesi rispondono a standard tecnici di uniformità e omogeneità: non ci sono treni ben fatti e mal fatti, sono tutti allo stesso livello e conformi fra di loro. Anche i treni della linea Shinkansen sono tutti allo stesso livello: ne esistono varie versioni con vari nomi che impiegano più o meno tempo a percorrere una certa tratta, ma non perché vanno a velocità diverse, bensì perché fanno più o meno fermate. Sono tutti uguali e tutti eccellenti, dalla precisione con cui è costruito il binario perfettamente a filo con il gradino d’ingresso, fino alla dotazione del bagno (che spesso non include lo specchio: è fuori, così non si fa perdere tempo agli altri che stanno aspettando in fila).

Come le geisha, la qualità visiva non è meno importante della performance. Certo il treno funziona benissimo, ma quello che impressiona di più il viaggiatore è come il vagone si fermi al centimetro esatto per far collimare la porta con la giusta mattonella sulla piattaforma della stazione. C’è poi uno spettacolo che il viaggiatore comune, e soprattutto lo straniero non vedono quasi mai: il balletto dei ferrovieri. Ogni volta che un treno arriva o parte ci sono dei gesti convenzionali svolti con le mani dal personale di terra e a bordo per controllare che tutto vada bene, sembrano un po’ i movimenti dei marinai quando eseguono i codici nautici con le bandierine, ed è a suo modo bellissimo.

Come i sakura, i treni sono dappertutto. Il sistema ferroviario giapponese è il risultato di una visione generale molto forte e molto prolungata nel tempo che mette al primo posto la mobilità delle persone e al secondo posto tutto il resto, costi economici inclusi: la rete ferroviaria giapponese è capillare come quella dei bus in Italia, raggiunge le più sperdute località di campagna e rappresenta il segno della presenza della civilizzazione in un posto e in qualche modo l’inizio di una nuova vita, come i sakura. La loro struttura è composta da canali principali (le linee Shinkansen) da cui si dipartono reti locali e sotto-locali che attraversano le campagne: una struttura ad albero, come i sakura.

Come l’incrocio di Shibuya, i treni mettono in comunicazione e in contatto le persone. Sembra una banalità dato che è lo scopo dei treni, ma sarà la campagna pubblicitaria, sarà la presenza di linee lunghissime che avvicinano territori molto diversi, sarà il fatto che i giapponesi abbinano mentalmente i treni al “viaggio per tornare a casa” (ovvero al paesello di campagna abbandonato per andare a Tokyo/grande città, aka la storia della vita del 90% della popolazione locale), sarà che è estremamente tipico mangiare sul treno il che lo rende un ambiente in qualche modo domestico e personale, sarà appunto la capillarità del servizio, ma c’è qualcosa nella ferrovia giapponese che dà la precisa sensazione che le linee ferrate non uniscano le città, bensì le persone.

I treni sono probabilmente il massimo orgoglio della civiltà giapponese contemporanea. Non sono solo e non sono tanto i mezzi di trasporto in sé, sono la rappresentazione fisica ultima e tangibile di un modo più generale di intendere la società, il sistema-Paese, lo stile di vita, il futuro e anche e soprattutto la cultura popolare. Il treno che funziona è la rappresentazione metaforica della società che funziona. A scanso di equivoci, specifico che con «il treno che funziona» non intendo il risultato del lavoro di un’élite politica o del controllo militare del sistema ferroviario, ma bensì esattamente quello che ho scritto: la rappresentazione metaforica. Il treno è un mezzo plurale che porta tutti, giovani e vecchi, uomini e donne, ricchi e poveri; il treno funziona grazie al lavoro di una squadra enorme e non del singolo, che conta per far funzionare l’ingranaggio, ma da solo non vale più di tutti gli altri singoli; il treno rispetta delle regole di orario precise e non può modificarle, perché il favore verso un singolo ritardatario comporta lo sfavore verso tutti gli altri.

Questa parificazione sociale, lavorativa ed educativa è la base della civiltà giapponese, che ha tantissimi difetti, ma non quello di avere una società disgregata e ferita da odi sociali interni, anzi l’esatto contrario.

Il parallelismo treno che funziona = società che funziona viene inculcato nella testa dei giapponesi fin da quando sono bambini grazie all’ampissima promozione che viene fatta alle ferrovie tramite giocattoli, libri e canzoni.

Giocattoli e libri di Doraemon dedicati ai treni nei negozi giapponesi.
In alto, il Signor Maiale felice nel sempre fornitissimo e visitatissimo reparto trenini giocattolo di un negozio mentre regge i convogli della Linea Yamanote, la leggendaria metropolitana circolare di Tokyo. In basso, un libro illustrato per bambini in cui Doraemon introduce i giovani lettori nel magico mondo dei treni.
Foto al treno Shinkansen Serie 500 alla Stazione di Okayama.
Non c’è attività più comune nelle stazioni giapponesi che farsi una foto con lo Shinkansen. Sono onestamente convinto che gli Shinkansen siano fra gli oggetti più fotografati sul pianeta Terra insieme al Colosseo e alla Torre Eiffel. Lo fanno tutti, tutti, senza nessuna barriera di età o posizione sociale, e soprattutto lo fanno le famiglie e ancor di più i genitori ai bambini perché il treno è il metaforico auspicio di un meraviglioso futuro.

A dimostrazione dell’importanza cruciale dei treni nella società giapponese c’è l’enorme quantità di opere di intrattenimento incentrate sull’idea romantica di ferrovia. Sono troppe, basti qui citarne tre particolarmente diverse fra loro: il libro Una notte sul treno della Via Lattea di Kenji Miyazawa, il film 1999 nen no natsu yasumi di Shusuke Kaneko, e il videogioco Densha de GO! A questi titoli si aggiunge per singolarità della vicenda la storia vera nonché leggenda di Internet Train Man, che è stata traslata su vari media.

È ormai chiaro che i giapponesi amano la loro ferrovia, e per celebrarla degnamente gli hanno dedicato ben 98 (novantotto!) strutture fra musei, gallerie, centri studi, parchi e spazi ricreativi di varia natura tutti dedicati ai treni, gli ultimi dei quali in ordine di tempo sono il Museo per lo studio dei treni di Tsuyama (Okayama) e il Museo della ferrovia di Kyoto (Kyoto), entrambi aperti nel 2016.

Quindi il Giappone è il Paese dei treni, ma se è vero anche che il Giappone è il Paese dei fumetti, non collimeranno mai questi due aspetti così forti per la cultura popolare locale? Ma certo che sì, spessissimo e da decenni. Fra i tantissimi titoli basati, ambientati o contenenti riferimenti alla ferrovia, basti citarne tre in cui al centro della loro narrazione c’è proprio la fortissima presenza fisica e metaforica dei treni: Galaxy Express 999, La città incantata e 5 cm al secondo (ma avrei potuto citare un qualunque altro titolo di Makoto Shinkai e sarebbe andato bene lo stesso).

Eppure, il massimo momento di comunione mistica fra i treni e i fumetti si è avuto a partire dal 7 novembre 2015, quando in occasione delle celebrazioni per il 40esimo anniversario della tratta San’you Shinkansen (da Osaka verso sud) e il 20esimo anniversario di Neon Genesis Evangelion, questi due miti si sono uniti in un solo corpo e una sola anima per dare vita al treno 500 TYPE EVA. Il risultato è così sconcertante che chiunque l’abbia visto passare in stazione, giapponese o meno, fan dei treni o meno, fan di Evangelion o meno, non ha potuto evitare di girarsi a restare a guardarlo incredulo, magari facendogli anche una foto.

Il punto non è tanto il fatto che sia un treno dipinto come l’Unità Eva-01 (per quanto la palette cromatica viola-verde-arancione-nero sia impressionante, lo era nel 1995 e lo è tutt’ora), anche perché di operazioni pubblicitarie su mezzi di trasporto ne sono state fatte da ben prima e di ben più grandiose, fino a dipingere interi aerei. Il punto è che l’unione fra il treno Shinkansen ed Evangelion è enormemente piena di senso. Il 500 TYPE EVA non è solo forma, è soprattutto contenuto.

Cartello "Benvenuti a Okayama" alla Stazione di Okayama con il personaggio Kansenger.
Nelle stazioni delle città servite dal San’you Shinkansen ci sono questi bizzarri cartelli di benvenuto, come questo nella stazione di Okayama. Il personaggio ritratto è Kansenger ed è la mascotte della linea San’you basata sul design del treno Shinkansen Serie 500. È un supereroe tipo super sentai proveniente dalla stella Eeko che vive sulla Terra in incognito come un pacifico controllore sul treno e combatte contro il male, dove con «male» si intedono quelli che non rispettano le buone maniere sul treno, e ha pure un anime tutto suo in cui si trasforma per punire i mostri (mostri = viaggiatori maleducati). L’ideazione di Kansenger si deve alla fusione della passione dei giapponesi per gli eroi in tutina, al fatto che il Serie 500 è il più potente di tutti gli Shinkansen, e al muso del treno che effettivamente ha un che di robotico, così affusolato con la fronte sporgente e gli occhi luminosi. L’abbinamento Serie 500 e robot non è quindi una novità.
Disegno di Ikuto Yamashita del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Ecco che il tema dell’affinità fra treno e robot viene ripreso da JR West e Studio Khara, che hanno unito le forze per realizzare un treno con le fattezze dell’Unità-01. L’ideazione è di Hideaki Anno stesso, del design vero e proprio poi se n’è occupato Ikuto Yamashita, che è appunto il designer delle Unità Eva.
Cartellone pubblicitario del treno Shinkansen 500 TYPE EVA alla Stazione di Shin Kobe.
Nelle stazioni grandi cartelloni pubblicitari annunciano l’arrivo del 500 TYPE EVA, con i cinque Children che dicono «Noi saliamo sull’Eva» e non si riferiscono ai mecha, ma al treno.
Il treno Shinkansen 500 TYPE EVA alla Stazione di Okayama.
Ed ecco il treno Shinkansen 500 TYPE EVA alla Stazione di Okayama, bellissimo, rubare la scena a qualunque altro convoglio. Il Signor Maiale ne approfitta per una foto commemorativa in abbigliamento adeguato all’occasione.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Come hanno già testimoniato i numerosi siti web in tutto il mondo che hanno pubblicato foto del 500 TYPE EVA, l’allestimento del treno non si ferma alla livrea esterna: anche l’interno è customizzato con i colori e i motivi grafici dell’Unità-01.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
L’intero allestimento è stato curato nel minimo dettaglio, compreso l’uso di grafica appropriata, loghi, nomenclature e persino i font ufficiali di Evangelion.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Le tendine dei finestrini, solitamente bianche, sono state adattate all’occasione e riportano la scritta 500 TYPE EVA PROJECT Shinkansen: Evangelion Project con la stesso stile dei titoli dei film del Rebuild of Evangelion. Ogni tanto, a random, si possono trovare l’angosciante tendina di Gendo Ikari o quella bellissima dell’A.T. Field con scritto «A.T. Field being deployed».
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Anche specchio e lavandino sono stati ricoperti di esagonini e trasformati nella toilette della sede della NERV.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
La particolareggiatissima minuzia nel dettaglio del treno Shinkansen 500 TYPE EVA andava celebrata con un pannello (a sinistra) che riporta dati, staff e la livrea degli otto vagoni, tutti diversi. Un altro pannello (a destra) invita i signori viaggiatori a visitare il vagone 1 dove ci sono spazi espositivi e ricreativi.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Ed ecco il punto nevralgico del 500 TYPE EVA: il vagone 1, eccezionalmente svuotato dei sedili e riallestito in maniera meravigliosa, emozionante e quasi commovente per qualunque fan di Evangelion, sensazione amplificata dalla musica di sottofondo che suona a loop il brano iconico Decisive Battle. L’ambiente è composto da quattro aree principali: 1) pannelli informativi sullo Shinkansen 2) sala piloti 3) area fotografica e 4) area diorami.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
L’area 1 è composta da sei pannelli che spiegano le affinità fra i treni delle linee Shinkansen e le Unità Evangelion, ovvero: per quale motivo il 500 TYPE EVA è più di un treno dipinto di viola, ma è in tutto e per tutto un Eva. I giapponesi non sono nuovi agli allestimenti promozionali: nel caso dell’aereo dei Pokémon, non fu solo dipinto l’esterno, ma anche l’interno venne completamente customizzato. Il caso del 500 TYPE EVA è molto diverso e a spiegarcelo è Hikari Horaki con le sue due sorelle Kodama e Nozomi. Le tre sorelle Horaki, finora sempre e solo nominate e qui mostrate per la prima volta, portano i nomi di tre treni Shinkansen. La maggiore Kodama (e il Kodama è il più vecchio e lento dei tre treni) studia Tecnologia all’università e lavora part-time in una caffetteria, la seconda Hikari è l’unica apparsa nella serie e nei film ed è la disciplinata capoclasse di Shinji Ikari, mentre la più piccola Nozomi (che è il treno più nuovo e veloce) è vivace e gioca a calcio. Un’unità formata dalle tre caratteristiche fondamentali di tecnicità, efficienza e movimento: è il treno Shinkansen.
Nel pannello Theme 01, Hikari mette in parallelo i treni Shinkansen con le Unità Eva: il WIN350 era un modello sperimentale, il 500 il prototipo e il successivo N700 il modello definitivo, esattamente come le tre Unità Eva-00, 01 e 02.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Nel pannello Theme 02, Kodama illustra le affinità fra i sistemi di controllo elettronico: esattamente come per le Unità Eva, anche gli Shinkansen sono controllati da un computerone chiamato COMTRAC, utilizzato dal 1972 sulla tratta Shin-Osaka~Okayama e composto da tre parti, come i tre MAGI realizzati dalla dottoressa Naoko Akagi alla NERV: in questo caso si occupano uno di gestire le mappe, uno il traffico dei veicoli e l’altro le informazioni. La coordinazione fra i tre computer permette il regolare funzionamento dei treni.
Nei Theme 03 e 04, Nozomi spiega come funziona l’approvigionamento elettrico dei treni Shinkansen: il 500 TYPE EVA consuma qualcosa come 285 kW solo all’accensione e ben 18’240 kW per l’intera tratta Shin-Osaka~Hakata, pari al consumo annuo medio di 5’000 nuclei familiari. La richiesta pantagruelica di energia da parte del treno fa venire subito alla mente al fan di Evangelion l’Operazione Yashima, in cui l’energia dell’intero Giappone viene accentrata sull’Unità Eva-01. La fornitura elettrica avviene tramite il pantografo, un dispositivo piazzato sui tetti dei vagoni che tocca i cavi elettrici sovrastanti (come sui tram) e che consente di portare al treno i 25’000 volt necessari al suo movimento. Il 500 TYPE EVA è equipaggiato con un pantografo WPS 204 con doppio braccio detto “ad ala di gufo”, un modello storico attualmente non più in uso nei recenti treni Serie N700 che usano un pantografo a singolo braccio. L’equivalente del pantografo sulle Unità Eva è l’Umbilical Cable.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Nel pannello Theme 05, Hikari spiega che i conducenti dello Shinkansen e i piloti delle Unità Eva non sono poi così diversi, dato che entrambi hanno la responsabilità della vita di migliaia di persone (i convogli Shinkansen a 16 vagoni alloggiano mediamente oltre 1’000 viaggiatori) e devono seguire severe procedure di sicurezza.
Infine, nel pannello Theme 06 Kodama e Nozomi illustrano le postazioni di guida dello Shinkansen Serie 500 e delle Unità Eva: entrambi hanno un ampio canopy (cupolino di vetro) che consente al conducente/pilota di guardare non solo davanti, ma anche sopra la testa, e display laterali per comunicare con gli altri colleghi. Al lancio dello Shinkansen Serie 0 nel 1964, il treno aveva bisogno di due conducenti a bordo, ma il progresso delle tecnologie ha consentito di poterne avere uno solo in totale sicurezza.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Nell’area 3 si trova la sagoma a dimensione naturale di uno dei cinque piloti delle Unità Eva, che cambiano a rotazione; in questo caso c’è la canterina Mari Illustrious Makinami. Le componenti dello staff del 500 TYPE EVA sono state così gentili da assecondare la richiesta del Signor Maiale di una foto ricordo invece di mandarlo a quel paese. Sullo sfondo è ritratto il deposito dei treni ad Hakata, nel sud del Giappone, dove si conclude la tratta del treno.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Anche nell’angolo fotografico c’è un pannello in cui Kodama mostra le varie generazioni di treni Shinkansen dal primo Serie 0 fino all’ultimo Serie N700 più il Doctor Yellow, un treno a uso diagnostico non destinato al trasporto di civili.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
L’area 4 è composta da due splendidi diorami ed è introdotta dal pannello con Nozomi che ne illustra il contenuto.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Il primo diorama rappresenta l’officina riparazioni del deposito di Hakata… solo che sotto due lastre rinforzate protettive ecco che c’è l’hangar con l’Unità-01.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Il diorama è molto ben fatto e molto, molto dettagliato fino a mostrare non solo l’officina realmente esistente, ma anche i personaggi di Evangelion come Misato, Ritsuko, Maya, Gendo inquietante dalla sua finestra in alto e persino gli omini in tuta arancione al lavoro.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Il secondo diorama è più semplice, ma non meno curato, e rappresenta il trasporto dell’Unità-01 al deposito dei treni di Hakata.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Infine, in testa al treno, dietro una tendina, ecco il culmine del 500 TYPE EVA: l’area 2. Il pannello introduttivo non presenta le tre sorelle Horaki, ma il Comandante Misato Katsuragi che illustra all’avventore le regole per SALIRE A BORDO DELL’EVANGELION.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
Ebbene sì: ecco la ricostruzione fedele in scala 1:1 della postazione di pilotaggio delle Unità Eva nell’Entry Plug. Inutile dilungarsi su quanto sia oltremodo esaltante per il fan vederla lì davanti a sé, vera e tangibile. Nonostante la visita e le fotografie fossero disponibili per tutti, la possibilità effettiva di salire a bordo e di provare l’esperienza di pilotare l’Eva non è libera: per gli stranieri c’è un cartello in inglese, cinese e coreano che dice solo che bisogna necessariamente prenotare prima e che loro non possono farlo punto e basta. La spiegazione in lingua giapponese è molto diversa: per salire sulla postazione del pilota è necessario andare su uno specifico sito web e prenotare entro tre giorni prima della data desiderata, e per farlo è necessario fornire fra le generalità anche il numero di carta di credito della JR, la società ferroviaria giapponese, che però non scala denaro. In pratica il servizio è sì gratuito, ma aperto solo ai clienti JR. Poiché per avere la carta di credito JR è necessario avere un indirizzo giapponese e un conto corrente con banca giapponese, questo esclude automaticamente chiunque viva all’estero. L’ennesimo atto di strisciante razzismo nipponico.
Con sua enorme fortuna, però, il Signor Maiale possiede una carta di credito JR e quindi eccolo raggiante nel suo tragicomico cosplay di Shinji Ikari a bordo della postazione di pilotaggio!
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
Per prima cosa si chiede al pilota di stabilire la connessione neurale col computer, che in pratica consiste nell’allungare le mani in avanti così che il sistema di AR possa misurarne la lunghezza e usarle come riferimento spaziale.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
Dopodiché, ALL GREEN! Si parte! Il panorama esterno che si deve nello schermo/canopy è effettivamente l’esterno del treno ripreso da una videocamera.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
A un certo punto… DIAGRAMMA D’ONDA BLU, NON C’È DUBBIO: È UN ANGELO! Asuka supera a sinistra insopportabile come al solito, e Misato ordina di prepararsi al contrattacco di Sachiel, il terzo Angelo.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
Il contrattacco consiste nello squarciare l’A.T. Field dell’Angelo fisicamente con le proprie mani (tramite AR), e quando finalmente ci si riesce ecco che bisogna puntare e sparare fino a rivelarne il nucleo e distruggerlo. L’operazione non è del tutto ovvia e richiede una certa precisione e fatica.
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA: Entry Plug.
Infine, vittoria! L’Angelo è eliminato, spunta l’arcobaleno su Neo Tokyo-3 e il Signor Maiale è trionfante!
Interni del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Ebbro di gioia e oltremodo compiaciuto per il suo tasso di sincronia del 79,968%, il Signor Maiale ha la faccia tosta di chiedere allo staff di esaudire una delle sue più inconfessabili e morbose fantasie: inscenare il siparietto comico di Asuka e Shinji nell’Entry Plug dell’episodio 8. Ecco quindi che la gentilissima Kanayo si è prestata a recitare la parte di Asuka arrabbiata mentre il Signor Maiale/Shinji cerca di pensare in tedesco e non gli vengono altre parole che “baumkuchen”. <3
Gadget del treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Per festeggiare il viaggio sul 500 TYPE EVA ovviamente ci sono a disposizione una miriade di gadget: fra i più popolari ci sono il modellino a molla del treno, le spille laccate dei vagoni e anche il saké preferito di Misato.
Core manjuu e tisana Juurokucha nel treno Shinkansen 500 TYPE EVA.
Il Signor Maiale però preferisce rilassarsi con una pausa tè, ovviamente a tema Evangelion: ecco i Core manjuu, dolcetti acquistabili esclusivamente nelle stazioni servite dal 500 TYPE EVA. I manjuu sono dei dolcetti morbidi fatti di pasta di riso, ripieni di castagne o azuki e cotti al vapore, ma questi sono dei Core manjuu (“core” come “nucleo” in inglese) e quindi sono neri con all’interno un misterioso ripieno rosso sangue come il nucleo degli Angeli. Inquietanti. Ad accompagnare questa prelibatezza c’è il Juurokucha (“tè alle 16 erbe”), che come dice il nome è una tisana composta dall’infusione di 16 erbe buone per la salute. Anche questo è un riferimento alla serie di Hideaki Anno, perché nel film Evangelion: Death & Rebirth Asuka beve un futuribile Gojuurokucha, “tè alle 56 erbe”, ovviamente parodia del Juurokucha.

L’arrivo alle stazioni è segnalato, come sempre sui treni Shinkansen, da una musichina e la voce guida che ringrazia i signori viaggiatori e li istruisce su cambi e altre informazioni. Sul 500 TYPE EVA però anche questo dettaglio è curato: la musichina è Zankoku na tenshi no these e la voce guida è quella di Kaworu Nagisa (interpretato dal doppiatore Akira Ishida) che con tono quantomai languido annuncia la stazione, sussurra ai viaggiatori di stare attenti a non smarrire oggetti, e conclude seducente con un «Ci incontreremo ancora» sempre apprezzatissimo dagli Eva-fan presenti a bordo.

Purtroppo però non sarà possibile incontrare ancora Kaworu per molto: il 500 TYPE EVA correrà sulla sua tratta Shin-Osaka~Hakata solo fino al prossimo 13 maggio dopo due anni e mezzo di onoratissimo servizio, e sarà celebrato solo fino al prossimo 6 maggio con una mostra speciale presso il Museo della ferrovia di Kyoto. Oltre al danno la beffa: dopo Evangelion, da quest’estate il Serie 500 verrà riallestito a tema Hello Kitty. Nel frattempo, l’emozione continua… viaggiando in treno!


Tutte le immagini sono © 2018 WEST JAPAN RAILWAY COMPANY / カラー / Khara / Project Eva.


Una versione estesa dello stesso testo è pubblicata qui.

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